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3 Aprile 2017

Acidi biliari e acido ursodeossicolico (UDCA)

Autore: Vittorio
Argomenti: Fegato
Domanda

In caso di fegato molto grasso ma colecisti molto pulita e funzionante è indicata o inutile la somministrazione di Deursil? In caso di somministrazione prolungata, una eventuale interruzione può portare a un diverso comportamento degli organi interessati rispetto al periodo antecedente la somministrazione? Grazie.

Risposta

Deursil è un preparato farmaceutico a base di acido ursodeossicolico. Questo è uno degli acidi biliari. Gli acidi biliari sono prodotti dal fegato a partire dal colesterolo: essi passano dalle vie biliari all’intestino, dove contribuiscono alla digestione e all’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili. L’acido ursodeossicolico si forma nell’intestino per azione dei batteri intestinali sul principale acido biliare, l’acido colico.
All’acido ursodeossicolico o UDCA vengono riconosciute parecchie funzioni: riduce l’assorbimento del colesterolo; riduce la colestasi (l’intasamento della bile nelle vie biliari) e l’intossicazione epatica; riduce lo stress ossidativo e stimola sintesi del glutatione rinforzando quindi l’effetto antiossidante; è un solvente dei calcoli biliari e ha azione antinfiammatoria.
Nella fibrosi cistica l’UDCA è impiegato cronicamente soprattutto nelle condizioni di stasi biliare: si sa che FC rende la bile spessa e facilita quindi la stasi biliare fino a provocare in alcuni casi quadri di cirrosi biliare colostatica. È impiegato anche in caso di calcoli o sabbia biliare. Il trattamento può durare anni, senza particolari effetti collaterali (talora diarrea): nelle situazioni indicate, ciò che si osserva di solito è una riduzione nel sangue dei marcatori biochimici di danno epatico (alcuni enzimi epatici), non sempre è evidente invece l’effetto sulla struttura del fegato. Per le numerose proprietà sopraindicate il farmaco è spesso usato, anche fuori da FC, in svariate patologie del fegato. Tra queste si sono ottenuti risultati soprattutto sui marcatori biochimici di danno epatico (non obbligatoriamente sul quadro istologico della malattia epatica) nella malattia del fegato grasso di origine non alcoolica, nell’epatite autoimmune, nell’epatite B e C (1). L’impiego di UDCA al momento non viene raccomandato al di fuori della malattia epatica colestatica (come quella FC). Fuori di questa indicazione non è raccomandata la somministrazione oltre i 12 mesi. Dubitiamo che ci si possa aspettare per effetto di UDCA scomparsa o riduzione della degenerazione grassa del fegato quando questa sia presente. Non conosciamo dati sull’interruzione del trattamento, ma non si può escludere un nuovo innalzamento degli indici biochimici epatici quando questi fossero stati ridotti in corso di trattamento.

1. Reardon J, Hussaini T, Alsahafi M, et Al. Ursodeoxycholic acid in treatment of non-cholestatic liver diseases: a systematic review. J Clin Transl Hepatol. 2016;4:192-2015

G. M.


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