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26 Aprile 2018

Quando e come approfondire l’indagine genetica FC per una coppia che si appresta alla Procreazione medicalmente assistita

Autore: Giuseppe
Domanda

Buongiorno, vorrei chiedere delle informazioni. Abbiamo fatto gli esami per la fibrosi cistica in quanto dovremmo affrontare una PMA. Esito per me: “Presenza in eterozigosi della mutazionec2657+5G>A (2789+5G>A). Varianti alleliche Poli T:7t/7t”. Moglie: “assenza di tutte le mutazioni, varianti alleliche Poli t: 7t/9t”. Cosa significa? Ci possono essere problemi per eventuali figli? Grazie.

Risposta

Il risultato dell’indagine genetica indica che il marito è portatore della mutazione del gene CFTR 2789+5G>A. Nella moglie non sono state identificate mutazioni dello stesso gene. Sono stati studiati anche i polimorfismi del complesso Poli-T; il marito è portatore delle varianti alleliche 7T/7T, la moglie delle varianti 7T/9T. Queste varianti si possono considerare innocenti. Assumerebbero rilevanza solo nel marito, qualora fosse affetto da azoospermia per atresia dei dotti deferenti. In questo caso il genotipo composto dalla mutazione 2789+5G>A e dalla variante 7T potrebbe essere responsabile di un quadro chiamato “sindrome CFTR correlata”. L’ipotesi ci sembra molto improbabile, va comunque presa in considerazione durante il colloquio di consulenza genetica che deve accompagnare il risultato del test, per valutare se sia necessario eseguire nel marito stesso un test genetico più approfondito, esteso a polimorfismo poli-TG e anche a mutazioni rare.

Se non ci sono elementi per ipotizzare una sindrome CFTR-correlata, la risposta del test dice che il marito è portatore sano di una mutazione del gene CFTR. Come tale ha il 50% di probabilità di trasmettere la propria mutazione ad ogni figlio (o embrione prodotto con PMA) e il 50% di probabilità di non trasmetterla.

La malattia fibrosi cistica è presente solo quando sono trasmesse al figlio due mutazioni del gene CFTR: una dal padre e una dalla madre. Qui la madre è risultata non avere mutazioni: però è importante sapere che tipo di test genetico è stato fatto, perché i test cosiddetti di primo livello indagano un pannello ristretto di mutazioni, a cui può sfuggire qualche mutazione rara. Per questo si dice che la madre ha un rischio residuo di essere portatrice, che è molto basso, ma che potrebbe essere ulteriormente ridotto se decidesse di fare un test genetico più approfondito.

Se ha fatto un test genetico di primo livello e ha un conseguente rischio residuo di essere portatrice e il marito è portatore sano di fibrosi cistica, il rischio di avere figli con fibrosi cistica si può stimare intorno a 1 probabilità su 660 circa (corrispondente alla probabilità dello 0,15%). Si può vedere su questo argomento il documento segnalato sotto (1).

Se la moglie si sottopone a un test genetico più approfondito (secondo livello) e risulta di nuovo negativa, il rischio di avere un figlio con fibrosi cistica si può abbassare di molto, diventando quasi simile a quello della popolazione generale. Un test di secondo livello ha però l’inconveniente che potrebbe diagnosticare varianti del gene CFTR di significato sconosciuto, e questo renderebbe più complicate le decisioni.

È fondamentale quindi su questo argomento parlare con il genetista, chiedere informazioni sul tipo di test  eseguito e sulle prospettive di seguito.

  1. Il test per il portatore sano di FC
G. Borgo


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