Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Intolleranza TOBI e Nebicina

10 Gennaio 2005

Intolleranza TOBI e Nebicina

Autore: Riccardo
Domanda

Ho provato alcuni anni fa il TOBI ma ho scoperto che mi causava crisi respiratorie .Adesso anche la Nebicina per via endovenosa mi crea lo stesso problema…pur avendo fatto la desensibilizzazione..faccio uso di merrem. Esistono altri farmaci alternativi al TOBI ?

Risposta

Intanto va ricordato che i due preparati farmaceutici TOBI e Nebicina sono costituiti entrambi dallo stesso principio attivo: la Tobramicina, un antibiotico della famiglia degli aminoglicosidi, impiegato da più di 30 anni contro le infezioni da batteri gram-negativi, compreso Pseudomonas aeruginosa. La tobramicina, oltre che per via endovenosa, viene impiegata da molto tempo per via aerosolica per trattamenti di lunga durata dell’infezione respiratoria cronica da Pseudomonas nella fibrosi cistica. Per questa via si è adottata in passato la stessa preparazione in uso per il trattamento endovenoso (Nebicina) e da dieci anni è disponibile una preparazione adattata specificamente per l’uso aerosolico (TOBI).

L’intolleranza su base immunitaria (allergia) alla Tobramicina è relativamente rara, anche se possibile. Vi è invece con una certa frequenza un effetto broncoirritante (o broncocostrittivo) del farmaco assunto per aerosol: tale effetto è dimostrabile con una caduta di varia entità del FEV1 (misura spirometrica per valutare la pervietà delle vie aeree), nei primi minuti successivi all’inalazione, con ritorno ai valori di partenza dopo 10-12 minuti. Tuttavia questo effetto si può avere talora anche con placebo (soluzione fisiologica) e con altri farmaci. L’effetto sul FEV1 è minore per il TOBI rispetto alle soluzioni fatte con il preparato endovenoso. Ma, questione più importante, la caduta del FEV1 è più spiccata nei soggetti con storia di asma personale o nei famigliari: è in gioco cioè una condizione di broncoirritabilità su base costituzionale, che favorisce l’effetto di contrazione dei bronchi dopo inalazione. Questi soggetti possono avvertire disturbo respiratorio subito dopo l’inalazione. Tale effetto avverso può essere eliminato o contenuto con uno spray di broncodilatatore fatto qualche minuto prima dell’aerosol antibiotico. Esistono ormai parecchi studi che danno informazione di questo fenomeno (per citarne alcuni: Nikolaizik WH et al. Bronchial reaction of high-dose tobramycin in cystic fibrosis. Eur Respir J 2002;20:122-6. Ramagopal M & Lands LC. Inhaled tobramycin and bronchial hyperrreactivity in cystic fibrosis. Pediatr Pulmonol. 2000;29:366-70. Alothman GA et al. Evaluation of bronchial constriction in children with cystic fibrosis after inhaling two different preparations of tobramycin. Chest 2002;122:930-4). Raramente questo effetto secondario e transitorio impedisce tuttavia il trattamento aerosolico con tobramicina. Viene comunque raccomandato di fare sempre una prova spirometria prima e dopo inalazione alla prima somministrazione del farmaco quando viene proposto un trattamento di lunga durata. Viene anche raccomandato di fare un pretrattamento con broncodilatatore (es. con salbutamolo) prima di ciascuna inalazione di tobramicina almeno quando alla prova spirometria viene dimostrato un certo effetto broncoirritante.

In passato si sono impiegati per via aerosolica altri antibiotici, tra cui la gentamicina, che è un parente della tobramicina. Alcuni centri usano la colimicina (o colistina sulfometato), che ha una certa efficacia contro la Pseudomonas aeruginosa, anche contro ceppi multiresistenti. Anche questo farmaco può avere gli stessi effetti broncoirritanti della tobramicina e valgono anche per questo le stesse raccomandazioni (Westerman EM et al. Effect of nebulized colistin sulphate and colistin sulphomethate on lung function in patients with cystic fibrosis: a pilot study. J Cyst Fibros 2004;3:23-8).

G. M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora