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2 Luglio 2015

La gioia di una mamma per la nascita di un bambino dopo fecondazione assistita per infertilità FC del padre

Autore: Angela
Domanda

Salve! Vi scrivo non per porre una domanda in particolare ma solo per dare coraggio a tutte quelle coppie che non riescono ad avere figli perchè uno dei due è fibrocistico. Io stessa vi ho scritto nel 2013 per avere informazioni in merito e le vostre risposte all’epoca mi hanno confortato tantissimo. Sarò breve, mio marito è affetto da una forma atipica di fibrosi cistica, che ha provocato, dopo una serie di analisi cliniche, “solo” (si fa per dire) un’azoospermia. Io ho fatto un’indagine genetica di I, II e III livello e sono risultata sana e non portatrice. Abbiamo fatto una fecondazione assistita, in cui i gameti di mio marito sono stati prelevati direttamente “in loco” (tecnica TESE) da un bravissimo andrologo e sono stati utilizzati per fecondare i miei gameti. Ebbene, a dicembre 2014 è nato il nostro meraviglioso bambino, che è ovviamente portatore sano di fibrosi cistica ma per il resto sta benissimo. Spero che questa nostra storia possa dare coraggio a chi si appresta ad affrontare una fecondazione assistita (PMA). Scusate se ho sfruttato questo spazio per scrivere la mia storia ma penso che possa essere d’aiuto, come molte altre lo sono state per me due anni fa!

Risposta

Ringraziamo molto Angela per aver voluto condividere con il sito di questa Fondazione e i suoi lettori la felicità di questa esperienza. Oggi le coppie che per varie ragioni accedono alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) sono molte e lo fanno pur sapendo che il risultato (il bambino che Angela può abbracciare) è incerto e la via da percorrere tutt’altro che semplice. Le statistiche indicano che i bambini nati grazie alle tecniche di PMA costituiscono attualmente circa il 2,2% dei bambini nati in tutta Italia (sono circa 500.000 all’anno) (1). Questa crescita sensibile della domanda consegue soprattutto ai successi che si stanno progressivamente notando nell’utilizzo di tali tecniche mediche, e alla sempre maggiore sicurezza che esse possono fornire sia nei riguardi della salute della madre che del futuro nato. Nel caso della fibrosi cistica le tecniche di PMA possono far superare il problema dell’infertilità maschile o della subfertilità femminile; in base ad una recente modifica della legge 40/2004  anche le coppie di portatori sani di fibrosi cistica, anche se fertili, possono ricorrere a PMA e alla diagnosi genetica preimpianto degli embrioni (2).

1. Statistiche e dati della procreazione medicalmente assistita
2. Fertilizzazione in vitro e diagnosi genetica preimpianto

G. Borgo


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