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7 Settembre 2017

Può Kalydeco modificare nel tempo la sua efficacia?

Autore: Vittorio
Domanda

Buongiorno, nei pazienti che assumono Kalydeco, dopo un periodo iniziale di normalizzazione del test del sudore (e quindi di comprovata efficacia), è mai capitato che esso sia tornato positivo? Se sì, potrebbe essere dovuto a questioni di perdita di efficacia nel tempo oppure per effetti transitori dovuti a interazioni ancora sconosciute con farmaci/sostanze (anche banali) che vanno a influenzarne l’assorbimento/la presenza della molecola nel sangue? Grazie, cordiali saluti.

Risposta

Kalydeco interagisce con alcuni farmaci, ne abbiamo parlato nella risposta citata sotto (1) e sono illustrati nella stessa scheda tecnica allegata al farmaco. L’interazione può tradursi in una diminuzione o in un aumento della concentrazione dei livelli di Kalydeco nel sangue. Per sapere se questa variazione di concentrazioni, in particolare la diminuzione, possa influire sui risultati del cloro nel sudore sarebbero necessari esperimenti che non ci risulta siano stati pubblicati. Vero è che la dose del farmaco che viene prescritta è il frutto di una serie di prove realizzate nel corso delle ricerche precliniche e cliniche che hanno preceduto la commercializzazione del farmaco, perciò è ragionevole pensare che se la concentrazione nel sangue è più bassa di quella ritenuta terapeutica, anche l’effetto sul cloro nel sudore possa variare, entro certi limiti. Però ci sembra abbastanza improbabile che non siano emerse nel corso delle prove altre sostanze o farmaci, oltre a quelli già segnalati, in grado di alterare la concentrazione del farmaco. E del resto, per rispondere a una parte della domanda, non abbiamo nozione di soggetti trattati con Kalydeco in cui il sudore, dopo un crollo della concentrazione in cloro, sia tornato ai livelli patologici di partenza.

Piuttosto va detto che il risultato del test del sudore ha una sua variabilità individuale: i livelli di cloro e sodio nello stesso soggetto con malattia FC possono variare nell’ambito di un certo range e la variabilità riguarda non tanto i risultati chiaramente patologici, quanto quelli borderline. Si può leggere in proposito l’interessante articolo citato sotto (2). La variabilità viene spiegata in questi casi come dovuta a un funzionamento irregolare della proteina CFTR. Saremmo più propensi a un’ipotesi di questo tipo, cioè a una possibile variabilità, in alcuni soggetti, del funzionamento di CFTR a livello della ghiandola sudoripara o a una variabilità della quantità di proteina CFTR disponibile. Il farmaco agisce se trova a questo livello una discreta quantità di CFTR su cui esercitare la sua funzione di potenziatore; se ne trova poca, la sua azione complessiva sarà più debole. Quindi non saremmo di fronte a una sopraggiunta insensibilità al farmaco, ma a una variabilità, su base individuale, di produzione di CFTR. Queste ipotesi peraltro non godono al momento di una verifica sperimentale.

1) La probabilità che i cortisonici somministrati per via nasale o aerosolica interferiscano con gli effetti di Kalydeco è praticamente trascurabile, 30/11/2016
2) Variabilità biologica del test del sudore, 13/01/2017

G. Borgo


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