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31 Gennaio 2017

Ricerca preclinica e sperimentazione clinica. A proposito di SPX-101, composto bloccante il canale del sodio, candidato a migliorare la clearance mucociliare in FC

Autore: Serena
Argomenti: Nuove terapie
Domanda

Buongiorno, mia figlia ha FC completa (mutazioni DF508 e W1282X). Chiedo una cosa, se possibile: in merito a tutte le notizie di ricerche e scoperte che la scienza starebbe effettuando (ogni giorno su siti americani ci sono notizie di trial andati bene, non ultimo SPX-101), come mai se ne parla solo in termini di ricerca preclinica e non si parla mai di sperimentazioni umane e/o nuovi farmaci prossimi? Grazie mille. Cordiali Saluti.

Risposta

In realtà il percorso della ricerca scientifica, mirato a trovare nuove e sempre più efficaci cure per i malati con fibrosi cistica, è molto complesso e passa attraverso vari tentativi e vari studi che alla fine approdano all’identificazione di molecole che si ritengono adatte a diventare farmaci: questi, prima di essere definitivamente impiegati per la cura, dovranno essere validati da studi clinici sull’uomo che dovranno accertarne la reale efficacia ma anche la sicurezza. Consigliamo di leggere su questo sito una chiara messa a punto del problema: Lo sviluppo di un nuovo farmaco (in Commenti degli esperti, 28 agosto 2006).
Navigando in Internet è possibile ricavare l’impressione che la ricerca prometta tante cose e fatichi ad approdare a ciò che si aspetta, la cura del malato. In realtà se si dovesse fare un bilancio di ciò che è avvenuto negli ultimi 30-40 anni, ci si accorgerebbe che la ricerca ha messo a punto vari strumenti di diagnosi precoce e di cura che hanno consentito alle persone con fibrosi cistica, con andamento progressivo, di vivere con maggior salute e più a lungo. Il percorso non è finito e oggi si stanno profilando terapie rivolte a incidere direttamente sul difetto che sta alla base della malattia. L’informazione scientifica cerca di dare spazio a tutto ciò che si sta muovendo in tale direzione, anche nelle sue fasi preliminari e di ricerca di base o preclinica.

È il caso del composto SPX-101, di cui fa cenno la domanda. Si tratta di una molecola messa a punto dalla compagnia farmaceutica Spyryx Biosciences e mirata a migliorare la cosiddetta clearance mucociliare, cioè il meccanismo con cui le vie aeree muovono le loro secrezioni dai piccoli bronchi fino alla bocca, con ciò tenendole libere da depositi di muco e di batteri e proteggendole dalle infezioni. Tale meccanismo è fortemente difettoso nella fibrosi cistica perché le secrezioni sono troppo dense, viscose e disidratate. Alla base c’è principalmente il difetto di secrezione di cloro e bicarbonato, dovuto alla mancanza o al difetto funzionale della proteina canale CFTR a livello della membrana delle cellule epiteliali che rivestono i bronchi. Ma è in causa anche l’anomalia (dipendente dalla CFTR difettosa) di un’altra proteina canale, sempre sulla membrana cellulare, quella dedicata al riassorbimento del sodio e chiamata ENaC. Nella fibrosi cistica questo canale è più attivo che di norma e riassorbe, cioè porta via in eccesso dalla superficie bronchiale, l’elettrolita sodio. Una adeguata concentrazione di cloro, bicarbonato e sodio sulla superficie dell’epitelio bronchiale consente che le secrezioni bronchiali abbiano un contenuto di acqua sufficiente per renderle adeguatamente scorrevoli e facilitanti il battito delle ciglia bronchiali, cui compete normalmente la rimozione dei secreti e di tutto ciò che essi contengono. Mettendo insieme la mancata o scarsa presenza di cloro, bicarbonato e sodio, il risultato è la scarsa idratazione dei secreti, con tutto ciò che ne consegue (ristagno di muco, ristagno e colonizzazione di batteri e altri patogeni, infezione e infiammazione broncopolmonare).

Il composto SPX-101 ha a che fare con l’azione sul canale del sodio: blocca in sostanza la funzione dei canali del sodio sulla membrana epiteliale e in definitiva limita l’eccesso di riassorbimento del sodio, consentendone una maggior concentrazione sulla superficie bronchiale, con ciò trattenendo acqua sulla superficie stessa (anche se il cloro è scarso) e in definitiva facilitando la rimozione dei secreti (clearance mucociliare). Il composto è un peptide (proteina molto corta) derivato dalla proteina naturale chiamata SPLUNK1 che ha normalmente un importante ruolo nel regolare il liquido di superficie delle vie aeree e quindi la clearance mucociliare, interferendo con il canale del sodio.

Nella conferenza Nordamericana tenutasi a Orlando nell’ottobre scorso la compagnia Spyryx Biosciences ha presentato tre poster dedicati agli studi preclinici (studi su cellule e su modelli animali che precedono le sperimentazioni sull’uomo) (1, 3). Questi studi hanno dimostrato un buon livello di azione terapeutica sul canale del sodio e anche una adeguata sicurezza, che consentono di proporre la molecola per il trattamento umano per via aerosolica. Abbiamo nozione che è in corso un trial clinico di fase 1, mirato a studiare nell’uomo la dinamica (farmacocinetica), la sicurezza e la dose più opportuna del composto somministrato appunto per via inalatoria.
Solo sulla base dei risultati ottenuti dagli eventuali successivi studi di fase 2 e fase 3 potremo farci una idea di quanto questo composto possa entrare a buon diritto nel bagaglio terapeutico FC.

1. SPX-101 is a potent promoter of ENaC internalization, capable of regulating mucus hydration in vitro and in vivo. Pediatric Pulmonology, Suppl. 45,2016 (Abstract #257)
2. The scale-up and productization of SPX-101 for preclinical inhaled toxicology. Pediatric Pulmonology, Suppl. 45,2016 (Abstract #222)
3. SPX-101 demonstrates safety as an ENaC-affecting therapy for the treatment of cystic fibrosis. Pediatric Pulmonology, Suppl. 45,2016 (Abstract # 289).

G. M.


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