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20 Gennaio 2013

Tachicardia in fibrosi cistica

Autore: Caterina
Argomenti: Sintomi
Domanda

Cari dottori, ho 24 anni e ho la fibrosi cistica con mutazione DF508. Un valore di FEV1 intorno a 55%-60%. Da un paio d’anni il mio battito cardiaco a riposo è aumentato. Prima avevo sui 70/80 bmp, adesso ho 90/100 bpm. L’elettrocardiogramma ha evidenziato un ritardo di conduzione destra e mi è stato consigliato di fare un esame con l’holter cardiaco. Questo mi ha dato i seguenti risultati: “Ritmo sinusale regolare costante a frequenza cardiaca media di 100 bpm (FC minima 80 bpm; FC max 122 bmp). Assenza di BESV e BEV. Assenza di pause significative. Non evidenti alterazioni del tratto ST”. Sono preoccupata e temo che, in futuro, possa essere soggetta a infarto. Non credo sia normale avere un battito così alto a riposo. E se mai dovessi affrontare un intervento chirurgico, con anestesia, cosa rischierei? Il mio cuore potrebbe non essere idoneo? Mi scuso per essermi dilungata tanto e vi ringrazio.

Risposta

Non è raro in soggetti affetti da fibrosi cistica il rilievo di tachicardia, cioè di un numero di battiti cardiaci per minuto (bpm) superiore alla norma (riportato come superiore di 10 -15 battiti per minuto rispetto al normale, con limite per fissato abitualmente al disotto dei 100 battiti al minuto a riposo). Questa condizione di tachicardia è riportata soprattutto nel caso di malattia polmonare avanzata, ma recenti segnalazioni hanno confermato come tale sintomo possa essere presente anche in pazienti con buona funzione polmonare (espressa in termini di FEV1), come espressione di un’attività del sistema nervoso autonomo (responsabile del ritmo cardiaco) più elevata che in altri (1), senza altri significati patologici. Più di frequente in FC la tachicardia può rappresentare la risposta a una condizione d’ipossiemia ed essere anche l’espressione di un aumentato carico infettivo-infiammatorio a livello polmonare. Anche l’alterazione della meccanica respiratoria che si osserva con la progressione del danno polmonare può essere responsabile, con meccanismi non ancora completamente conosciuti, dell’aumentata frequenza cardiaca osservata in soggetti FC. Un’altra possibile causa di tachicardia, in genere transitoria, può essere, in alcuni soggetti FC, l’utilizzo di farmaci, in particolare i beta agonisti, utilizzati come broncodilatatori.

Per quanto riguarda il timore per l’infarto, è vero che nella popolazione generale è segnalata come possibile un’associazione tra tachicardia e rischio di accidenti vascolari acuti, ma in particolare per l’infarto i più importanti fattori di rischio sono la familiarità, l’ipertensione, il diabete non controllato, il sovrappeso, il fumo di sigaretta, l’ipercolesterolemia. E’ verosimile siano questi stessi fattori a essere in gioco anche nella FC. E comunque la situazione cardiologica riportata nella domanda non compromette in alcun modo la possibilità d’intervento chirurgico.

L’ECG dinamico secondo Holter è una metodica diagnostica utilizzata per monitorare l’attività elettrica del cuore in genere nelle ventiquattro ore e quindi valutare la risposta cardiaca del paziente durante una sua “giornata tipo”. Secondo il cardiologo da noi consultato questo tracciato Holter si può ancora considerare normale, dal momento che la definizione medica di tachicardia è, come detto sopra, una frequenza cardiaca oltre i 100 battiti minuto. Diciamo che siamo di fronte ad una frequenza cardiaca ai limiti superiori della norma, ma per interpretarne l’origine sarebbe importante conoscere altri dettagli: quando interviene nell’arco delle ventiquattro ore? di giorno? di notte? sotto sforzo o anche a riposo? Per caso, tra i farmaci assunti ci sono anche spray broncodilatatori (beta-2-agonisti)? In che dose? Un altro accertamento utile a definire il quadro cardiaco a questo punto sarebbe un ecocardiogramma, che potrebbe dare informazioni utili sulla morfologia cardiaca e in particolare sulla dimensione dei ventricoli cardiaci. Ma soprattutto sarebbe importante conoscere la situazione polmonare e la funzionalità respiratoria, poiché anche un modesto stato di desaturazione in ossigeno del sangue, legato a una situazione polmonare non brillante, può determinare tachicardia. Perciò occorrerebbe fare una misurazione della saturazione O2 di giorno, di notte e sotto sforzo.

Szollosi I, King SJ, Wilson JW, Naughton MT. “Tachycardia in adults with cystic fibrosis is associated with normal autonomic function“. Intern Med J. 2011 Jun;41(6):455-61. doi: 10.1111/j.1445-5994.2009.02039.x. Epub 2009 Aug 27

Dott. Barbara Messore, Centro Adulti Fibrosi Cistica, Ospedale S. Luigi, Orbassano (Torino)


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