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16 Giugno 2016

La ricerca sulla fibrosi cistica vola con Rortos

L’incrollabile fiducia nel progresso e un incontro per la vita avvicinano Rortos e la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Ha sede a Verona la software house tutta italiana specializzata nello sviluppo di applicazioni per simulazioni di volo, che ha suscitato l’entusiasmo del mercato statunitense e non solo e che ha scelto di mettere le ali alla ricerca sulla fibrosi cistica, contribuendo all’adozione del progetto Task Force for Cystic Fibrosis.

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Rortos nasce nel 2012 adottando il nickname del suo fondatore, Roberto Simonetto, appassionato videogiocatore prima e pilota sportivo di alianti e aerei ultraleggeri poi. Registra in pochi anni oltre 55 milioni di download, una risposta entusiasta alla propria missione: diffondere la passione per il volo attraverso sistemi di simulazione accessibili a tutti. «Sono cresciuto a Top Gun e film di aeronautica – racconta Roberto. Però nasco in tutt’altro campo: sono un biotecnologo di formazione, passato alla bioinformatica prima di venire rapito da informatica e computer grafica. Vorrei arrivare a progettare videogiochi ambientati nello spazio da realizzare in collaborazione con la NASA». Rortos mette insieme esperienza di volo e matematica con l’obiettivo di realizzare prodotti innovativi affrontando continue sfide tecnologiche. «I numeri non bastano a trasmettere sensazioni: le microturbolenze, gli spostamenti –  spiega Roberto. L’ambientazione e gli scenari vengono rielaborati su immagini satellitari ad alta risoluzione». Un flusso continuo di riscontri è il propulsore a fare sempre meglio: fan e veri piloti, civili e militari da tutto il mondo, suggeriscono come calibrare il motore di volo Rortos.

Motore del dono fatto alla ricerca è stato invece l’incontro con due donne. «Ho conosciuto Asia e Francesca otto anni fa. È stato amore a prima vista – ammette Roberto. Ho visto le lotte e le difficoltà che hanno affrontato e conosco la forza con cui difendono giorno dopo giorno il diritto alla vita e alla gioia. Ogni volta che vado a trovarle torno più ricco di quando sono partito. È sempre un ricevere più di quello che si riesce a dare. La fibrosi cistica è una malattia carogna. Magari in una fase non dà sintomi o evidenze di problemi gravi, che possono manifestarsi in modo repentino. Si tratta di una malattia che ti abbassa la qualità di vita in modo drastico e costringe in spazi sempre più stretti gli attimi di felicità». La voglia di aiutare e l’attenzione per l’innovazione hanno indirizzato la scelta di Roberto e di Rortos: «la ricerca di base è quella necessaria su cui poggiare tutte le ipotesi e le scoperte degli altri campi. È la più difficile da finanziare, perché spesso non ha risultati visibili, ma rappresenta le fondamenta della conoscenza. La ricerca applicata parte da lì».

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