Sei in Home . La Ricerca . Progressi di ricerca . Antibiotici in vena. Meglio a casa o in ospedale?

12 Ottobre 2004

Antibiotici in vena. Meglio a casa o in ospedale?

Fondazione

Su questo tema si è cimentato uno studio clinico con i pazienti FC seguiti dal Centro Fibrosi Cistica di Manchester in Inghilterra (1). 116 pazienti di età maggiore di 16 anni ricevettero complessivamente in un anno 450 cicli di antibiotico in vena, della durata media di 2 settimane: 47  furono trattati prevalentemente a casa, 51 prevalentemente in ospedale, 18 in ospedale e a casa in pressoché eguale misura. Come misura principale di esito fu adottata la variazione percentuale di FEV1 dalla media di tutti i valori misurati nell’anno precedente lo studio rispetto al valore misurato alla fine dell’anno di studio.

Nei pazienti trattati prevalentemente a casa si osservò una diminuzione media di FEV1 del 5,8% alla fine dell’anno di studio rispetto alla media dei valori dell’anno precedente, mentre nei soggetti trattati in ospedale si ebbe un miglioramento medio del 4,3%. Fu osservato anche un andamento del peso migliore nei trattati in ospedale rispetto a quelli trattati a casa. Anche il miglioramento di FEV1 osservato alla fine di ciascun ciclo di trattamento era in media maggiore nei trattati in ospedale rispetto ai trattati a domicilio.

Da questo studio sembrerebbe dunque che i cicli antibiotici in vena siano più efficaci se praticati in ospedale che a casa. Altre esperienze , forse meno consistenti e sistematiche di questa, avevano in passato riportato una quasi equivalenza tra i cicli a casa e i cicli in ospedale. Chi ha in altri contesti affrontato questa tematica ha fatto osservare che la decisione di trattare a domicilio richiede prima una attenta valutazione delle attitudini del paziente e della famiglia e richiede comunque un loro consistente addestramento presso un centro di cura ma anche una adeguata supervisione durante il ciclo.

  1. Thornton J, Elliott R, Tully MP, Webb AK: “Long term clinical outcome of home and hospital intravenous treatment in adults with cystic fibrosis”. Thorax 2004;59:242-246