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15 Aprile 2014

Dichiarato illecito dalla Corte Costituzionale un altro divieto posto dalla Legge 40/2004. Ma ancora attesa per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche gravi.

G. Borgo

Con un’apposita sentenza emessa il 9 Aprile 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma delle Legge 40/2004 che vieta il ricorso ad un donatore esterno alla coppia di ovuli o spermatozoi nei casi di sterilità. Sulla questione tre tribunali (Milano, Catania e Firenze) avevano sollevato dubbi di costituzionalità. Non si conoscono ancora le motivazioni della Corte, un organo collegiale composta da 15 giudici costituzionali in cui la decisione viene presa in base alla maggioranza dei voti. Probabilmente il cardine della decisione si è basato sulla difesa del diritto all’eguaglianza delle coppie di fronte alla possibilità di diventare genitori, diritto negato dalla norma della legge che vietava all’individuo sterile di ricorrere al materiale genetico di un donatore esterno. In base alla sentenza, che ha valore di legge, sarà quindi lecita l’ovodonazione, e qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio seme, com’era prima del 2004.

La Corte Costituzionale è già intervenuta per affrontare e modificare altre norme della Legge 40: nel corso del tempo infatti ha dichiarato lecita la possibilità di conservazione degli embrioni (cancellando l’obbligo di impianto contemporaneo di tutti gli embrioni ottenuti dalla fecondazione) e lecita la diagnosi genetica prima dell’impianto degli embrioni stessi. Secondo l’avvocato Filomena Gallo, legale del procedimento di Firenze e segretaria dell’Associazione Coscioni, che in questi anni ha molto sostenuto la lunga battaglia per la revisione della Legge 40 “Entro l’anno arriveranno al vaglio della Consulta gli ultimi due divieti della Legge 40: il no all’accesso alla fecondazione in vitro e alla diagnosi preimpianto per le coppie fertili portatrici di malattie genetiche gravi e la possibilità di donare alla ricerca scientifica gli embrioni non idonei per una gravidanza”. Ricordiamo che per il primo dei problemi citati, che riguarda direttamente le coppie portatrici di FC, c’è già stato un pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell’uomo (Strasburgo, maggio 2012), che ha valutato illegittima la legge italiana, proprio in seguito al ricorso di una coppia FC. Ma la sentenza europea non ha nessun effetto legislativo in campo nazionale, per questo bisogna attendere la decisione della Corte Costituzionale.