Sei in Home . La Ricerca . Progressi di ricerca . Studio longitudinale sulla prevalenza delle infezioni respiratorie nei giovani adulti con fibrosi cistica

13 Settembre 2016

Studio longitudinale sulla prevalenza delle infezioni respiratorie nei giovani adulti con fibrosi cistica

Dott. Natalia Cirilli, Centro Regionale Fibrosi Cistica delle Marche, Ancona

Questo studio osservazionale, svolto presso il centro per adulti FC della regione del Queensland in Australia, mette in luce una riduzione importante e progressivamente crescente nel tempo delle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus tra i pazienti in cura tra il 2001 e il 2014 (un totale di 469 pazienti).
L’interesse dello studio si è rivolto in particolare alla quota di pazienti che nell’arco di questo lungo periodo sono stati trasferiti dal centro pediatrico al centro adulti (n=217). Sono soprattutto questi a registrare un evidente miglioramento: aumenta il numero dei soggetti mai infettati da Pseudomonas (dall’1,6% nel 2001-2004 al 6,9% nel 2010-2014) e se l’infezione da Pseudomonas compare, è più acuta che cronica. Inoltre, la stessa infezione cronica diminuisce: interessa il 73% nel 2011-2004, scende al 48,6% nel 2010-2014. Diminuisce anche la presenza di Staphylococcus aureus, in particolare della forma più temibile,  la meticillino-resistente (MRSA) e quasi si dimezza quella di Burkholderia cepacia complex (2.3%).
A questo andamento sul piano batteriologico corrisponde, nella stessa popolazione, un miglioramento della funzionalità respiratoria: il FEV1 (% del valore predetto) aumenta sia nei soggetti con infezione intermittente (da 59,1% nel 2001-2004 a 73,6% nel 2010-2014), sia in quelli con infezione cronica da Pseudomonas (passa da un valore di 55,6% nel 2001-2004 al 71,6% nel 2010-2014). Aumenta anche il numero dei soggetti che non presentano broncorrea e non sono in grado di produrre un campione di espettorato in modo spontaneo.

Secondo gli autori del lavoro, un’analisi particolare dei dati (da confermare comunque con studi multicentrici e su una popolazione più vasta) suggerisce l’importanza dell’introduzione di protocolli di eradicazione anti-Pseudomonas e anti-Stafilococco, adottati in tutti i centri FC australiani fino dal periodo 2000-2005. Questa nuova strategia avrebbe prodotto come risultato che i pazienti passati dai centri pediatrici a quelli degli adulti, sono arrivati al momento del passaggio sempre più in salute e con sempre meno Pseudomonas e Stafilococco nell’espettorato. Il problema ora diventa come mantenere questo vantaggio nell’età successiva.

È vero che questi dati suggeriscono che, se trattati precocemente, i germi presenti nei secreti respiratori profondi possono garantire periodi più lunghi senza infezioni e contribuire a prolungare l’aspettativa di vita; è difficile, però, in una malattia multisintomatica come la FC, che è trattata con un complesso d’interventi, attribuire a uno solo di questi un’importanza decisiva. In campo infettivologico respiratorio il miglioramento, secondo gli stessi autori, va messo in relazione anche con un’applicazione stringente delle politiche di controllo delle infezioni e una più efficace sorveglianza microbiologica dei pazienti FC.

Nota redazionale
– Prevalenza: misura la proporzione di individui di una popolazione che, in un dato momento, presentano un dato evento (qui, infezione da Pseudomonas o altri batteri nella popolazione dei malati FC presi in considerazione).
– Infezione cronica da Pseudomonas: in questa ricerca definita come la presenza di Pseudomonas aeruginosa in più del 50% dei campioni di escreato eseguiti nel corso di un anno (nella maggior parte di questa casistica 4 campioni).

1. Ramsay KA, Sandhu H, Geake JB, et al. The changing prevalence of pulmonary infection in adults with cystic fibrosis: A longitudinal analysis. J Cyst Fibros. 2016 Aug 8. pii: S1569-1993(16)30567-7. doi:10.1016/j.jcf.2016.07.010. [Epub ahead of print]