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31 Maggio 2005

Trattamento con ormone della crescita in casi gravi di malnutrizione FC

01/06/2005 - Dr Graziella Borgo

L’aumento del fabbisogno quotidiano di calorie nella FC è in relazione sia con gli aspetti intestinali che con quelli respiratori della malattia; in particolare per quanto riguarda la situazione respiratoria si è visto che lo stato d’infezione e infiammazione cronica del polmone aumentano il carico di lavoro e il fabbisogno d’ossigeno per i muscoli respiratori e di conseguenza il bisogno di calorie. Ma proprio l’infezione e l’infiammazione riducono l’appetito, creando così un circolo vizioso in cui la malnutrizione e il peggioramento della situazione polmonare si rincorrono.

Nella storia dell’evoluzione delle cure FC è più che certo che da quando (intorno agli anni 80) si è capito che era opportuno intervenire precocemente, anche in maniera aggressiva, in caso di malnutrizione, c’è stato un progressivo miglioramento dell’altezza e del peso dei malati, insieme con un miglioramento della durata della vita. Gli interventi a disposizione in campo nutrizionale possono essere realizzati su misura secondo la gravità della malnutrizione e vanno dai semplici consigli sull’alimentazione all’integrazione di questa con preparati ipercalorici da prendere per bocca, fino ad interventi complessi quali la nutrizione per via enterale (una sonda porta il cibo direttamente nello stomaco) e per via parenterale (= endovenosa). In particolare la nutrizione per via enterale è d’uso frequente fra i malati americani in cui vi è malnutrizione e difetto di crescita importante. Se anche questa non è sufficiente a produrre gli effetti sperati, uno studio recente propone di usare in aggiunta l’ormone della crescita (Growth Hormon = GH)(1).

Per valutarne l’utilità, sono stati selezionati 18 ragazzi, che avevano situazione polmonare simile tra di loro e che, a causa di una grave malnutrizione, con conseguente difetto di crescita, facevano uso d’alimentazione enterale già da un paio d’anni. Tutti i 18 hanno continuato l’alimentazione enterale e in più 9 sono stati trattati con GH per 2 anni, mentre gli altri 9 hanno fatto un anno senza GH e un anno con GH.

Il gruppo che ha fatto un uso più prolungato di GH ha mostrato miglioramenti del peso e dell’altezza, del contenuto in minerali nelle ossa, della massa muscolare; inoltre ha avuto minor numero di ricoveri in ospedale per infezioni respiratorie. Purtroppo non c’è stata un’efficace valutazione d’eventuali effetti collaterali provocati dal GH, che è un ormone che ha, fra gli altri effetti, quello di innalzare la glicemia. Questa è la giusta critica fatta da esperti nutrizionisti che hanno commentato la ricerca, i quali sono dell’avviso che il GH vada riservato a casi molto selezionati, proprio perché i suoi effetti collaterali non sono completamente conosciuti(2).

Invece i ricercatori americani sono per un uso più allargato del GH e quasi in riposta a questa critica hanno subito reso noto un altro studio in cui hanno rivisto l’andamento di 25 adolescenti che presentavano malnutrizione e difetto di crescita e per questo erano stati trattati con GH per un anno, saltando la tappa del tentativo con alimentazione enterale. Paragonati a 12 che in condizioni simili non avevano fatto GH, quelli trattati con GH miglioravano in peso, altezza e stato clinico, senza presentare effetti collaterali. In tutti i soggetti rivisti dallo studio il metabolismo glicemico era stato controllato ed era risultato normale(3).

In conclusione possiamo dire che la questione è aperta e al momento sono necessari altri studi per avere indicazioni sicure, ma questa strada appare meritevole di considerazione.

1) Hardin DS, Rice J et all “Growt Hormon treatment enhances nutrition and growth in children with cystic fibrosis receiving enteral nutrition”. J Pediatr 2005;146:303-5

2) Colombo C, Battezzati A “Grow failure in cystic fibrosis: a true need for anabolic agents?”. J Pediatr 2005; 146:3

3) Hardin DS, Ferkol T ET all”A retrospective study of growth hormone in adolescents with cystic fibrosis”. Clin Endocrinol 2005; 62:560-6