Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Ancora su aglio, allicina e Pseudomonas aeruginosa

22 Febbraio 2012

Ancora su aglio, allicina e Pseudomonas aeruginosa

Autore: Giovanni
Domanda

Con mia domanda del 27.04.2007 suggerivo, per gli ammalati di fibrosi cistica con problemi polmonari causati dal batterio Pseudomonas aeruginosa, di provare ad effettuare applicazioni dell’allicina dell’aglio sui polmoni. Ebbi come risposta: “……. l’invito va raccolto come stimolo a fare eventualmente della ricerca specifica, prima a livello preclinico e poi eventualmente sull’uomo”. Chiedo ora, in ossequio alla “medicina dell’evidenza”, di by-passare la prassi della ricerca scientifica e prendere in esame i casi di guarigioni ottenute su batteri resistenti agli antibiotici. Ricordo che il microbiologo Thomas Bjarnsholt dell’Università di Copenaghen ha affermato che ritiene di aver trovato nell’aglio la sostanza in grado d’interferire con i segnali chimici che le colonie del micidiale Pseudomonas aeruginosa utilizzano per accasarsi nei polmoni dei malati di fibrosi cistica. Ovviamente la cura con l’aglio, terapia non invasiva, senza controindicazioni ed a costo zero, andrebbe ad affiancare le cure tradizionali. Qui di seguito una recente testimonianza (una delle tante).

“….Espongo la mia storia clinica e i benefici ricevuti con la Terapia dell’Aglio da Lei consigliata. Sono nato nel 1946 a Forio nell’Isola d’Ischia ove tuttora risiedo. Nel 1963, all’età di 17 anni, ho avuto un incidente stradale gravissimo: il mio piede sinistro fu quasi completamente tranciato tra la lamiera della vespa e il marciapiede. In ospedale volevano amputarlo: dietro insistenze dei miei genitori i sanitari tentarono di salvare il piede. Lo rabberciarono alla meno peggio (immagini che il primario che mi operò era un medico militare), e a Dio piacendo il mio piede, sebbene deformato, dopo un lungo periodo fu in grado di camminare quasi normalmente consentendomi una vita normale (escluse corse e salti). Nel 2007, a 61 anni, il piede si infiammò, si gonfiò, si formarono fistole secernenti molto profonde. Mi sono sottoposto a circa 100 sedute in camera iperbarica all’ospedale Santobono di Napoli, fatti antibiotici di ultima generazione ecc… Il piede migliorò e poi ripeggiorò, mi sottoposi a Genova ad ulteriore terapia antibiotica e lì mi consigliarono una resezione. Mi sono rifiutato e, appena migliorato, sono tornato a Forio camminando con l’aiuto di bastoni in quanto non riuscivo a caricare il piede normalmente. Nell’estate 2011, dopo Sue insistenze, ho iniziato la terapia dell’Aglio seguendo le Sue istruzioni, e dopo un mese circa ho iniziato a caricare il piede normalmente, camminando senza bastoni, le fistole secernono leggermente meno e sto proseguendo la terapia dell’Aglio. La terrò aggiornata sui prossimi miglioramenti, so che data la patologia i tempi sono lunghi, ma non desisterò”.

Risposta

 

La domanda/risposta cui fa riferimento il nostro interlocutore è leggibile su questo sito: Allicina: empirismo e ricerca clinica (20.01.10). Ci sentiamo di confermare, a proposito di terapie con aglio e allicina (un componente estratto dall’aglio), quanto scrivemmo in quella domanda. Il fatto che una sostanza o un prodotto naturale non faccia male e costi nulla non significa che comunque conviene assumerlo. L’evidenza dell’efficacia di una cura non si può fare raccogliendo “testimonianze di guarigioni”, come vorrebbe il nostro interlocutore: primo, perché bisognerebbe comunque raccogliere le testimonianze di moltissime persone che hanno fatto quella cura, anche quelle che non ne hanno tratto beneficio; secondo, perché questo modo di procedere metterebbe in seria discussione l’obiettività delle osservazioni oltre che il metodo della raccolta dei dati. Con o senza rimedi naturali molti problemi di salute si risolvono o migliorano ed è assai difficile attribuire a quell’intervento il ruolo curativo, come del resto nella testimonianza riportata nella domanda. Per provare che un intervento terapeutico sia efficace (o eventualmente dannoso) non c’è che un metodo: comparare due gruppi di malati in numero statisticamente adeguato, con caratteristiche molto simili tra loro, uno trattato con il farmaco vero e l’altro con un placebo (finzione di farmaco), ma in cieco (il paziente non deve sapere se si tratta di farmaco o di placebo) e tirarne le valutazioni in modo statisticamente corretto. Il resto è lasciato al bisogno che hanno le persone – e ne hanno il diritto – di ricorrere comunque a qualche rimedio di loro personale fiducia.

A conforto del nostro interlocutore diciamo che nella più vasta banca dati di scienze biomediche (Pubmed) vi sono ben 1495 pubblicazioni riferentesi in varia misura all’uso terapeutico dell’aglio e 139 pubblicazioni che fanno riferimento all’allicina, la sostanza ricavata dall’aglio che si ritiene la componente dell’aglio di interesse terapeutico. Aglio e allicina sono state cimentate con i più svariati intenti terapeutici: dalla terapia antibatterica e antifungina, a quella antiinfiammatoria, a quella antiaggregante, alla terapia di diversi tumori, al trattamento antiossidante e molti altri. Queste sostanze candidate a troppi usi, come lo sono i rimedi naturali tradizionali, destano inevitabilmente riserve sulla loro validità terapeutica. E tuttavia se ne sono occupati non raramente ricercatori seri. Bisogna però dire che a tuttoggi aglio e allicina non sono entrati ancora come rimedi scontati nel bagaglio terapeutico della medicina ufficiale.

Su Pseudomonas aeruginosa vi sono alcuni studi in vitro e su animali di laboratorio (1-2) che suggeriscono qualche attività dell’allicina nel contrastare la formazione di biofilm (tramite l’inibizione del segnale di avvio, il “quorum sensing”), la pellicola protettiva del batterio, citata anche nella domanda. In un altro studio in vitro (3) l’allicina da sola non avrebbe efficacia su Staphylococcus e Pseudomonas ma rinforzerebbe l’attività di alcuni antibiotici. Un estratto d’aglio è stato sperimentato in un piccolo studio (4) su pazienti CF con infezione da Pseudomonas aeruginosa, sull’ipotesi della sua azione inibitrice della formazione di biofilm da parte di questo batterio: nessun significativo risultato dell’aglio comparato con il placebo. In una recente revisione sistematica della letteratura operata da un gruppo Cochrane (5) sono stati presi in considerazione studi condotti con terapie cosiddette “adiuvanti” della terapia antibiotica in pazienti FC. Sono stati presi in considerazione solo trial clinici condotti con disegno randomizzato (assegnazione casuale di farmaco o placebo) e controllato (con gruppo placebo di controllo). Solo tre studi sono stati alla fine esaminati: i trattamenti si basavano sulla supplementazione di beta-carotene, aglio e zinco. La rassegna conclude che nessuno degli adiuvanti di terapia antibiotica presi in esame, compreso l’aglio, possono essere raccomandati per il trattamento dell’infezione polmonare nei pazienti FC.

1. Biarnsholt T, et al. Garlic blocks quorum sensing and promotes rapid clearing of pulmonary Pseudomonas aeruginosa infections. Microbiology. 2005;151:3873-80

2. Harjai K, et al. Garlic blòoks quorum sensing and attenuates the virulence of Pseudomonas aeruginosa. FEMS Immunol Med Microbiol. 2010;58:161-8

3. Cai Y, et al. Antibacterial activity of allicin alone and in combination with beta-lactams against Staphylococcus sp. and Pseudomonas aeeruginosa. J Antibiot (Tokyo).2007;60:335-8.

4. Smith AR, et al. Garlic a san inhibitor og Pseudomonas aeruginosa quorum semsing in cystic fibrosis-a pilot randomized controller trial. Pediatr Pulmonol. 2010;45:356-62.

5. Hurley MN, et al. Antibiotic adjuvant therapy for pulmonary infection in cystic fibrosis. Cochrane Database Syst Rev. 2010 Oct 6(10).CD0088037.

G.M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora