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13 Giugno 2022

Ancora sulla disinfezione a domicilio degli strumenti per la fisioterapia respiratoria

Autore: Vittorio
Argomenti: Disinfezione
Domanda

Salve, innanzitutto vorrei ringraziare della recente risposta di cui riporto il riferimento: https://www.fibrosicisticaricerca.it/domanda-e-risposta/la-disinfezione-a-domicilio-degli-strumenti-per-la-fisioterapia-respiratoria/. Prendendo spunto da questa, sono andato a ritroso su questo sito e ho constatato che l’argomento disinfezione ha avuto effettivamente delle evoluzioni nel corso degli ultimi 15-20 anni. L’ipoclorito di sodio l’ha fatto da padrone come efficacia, ad ogni modo l’articolo riportato spiega che l’efficacia della disinfezione con ipoclorito è influenzata anche dalle routine dei pazienti e che comunque “non è superiore” ad altri metodi. Purtroppo al mio centro ci sono stati diversi cambi di personale e non c’è molta continuità con i fisioterapisti precedenti e la loro esperienza cumulata che è andata persa (sicuramente i nuovi col tempo diverranno altrettanto preparati). Al momento molte richieste di approfondimento sull’argomento rimangono sul vago, pertanto alcuni dubbi permangono. Volendo cambiare la tipologia di disinfezione da ipoclorito a quella con uno dei due tipi di alcol oppure acqua ossigenata, quali prodotti commerciali possiamo considerare (così come il più noto ipoclorito è l’amuchina)? Qual è meno pericoloso volendo evitare un risciacquo? Oppure a quali caratteristiche (es. assenza di qualche additivo) dobbiamo fare attenzione? In che modo deve avvenire l’immersione? In soluzione acquosa o nel prodotto assoluto? Oppure basta spruzzare il prodotto sopra le superfici dei dispositivi inalatori/fisioterapici? Insomma è una richiesta di un po’ più di dettagli procedurali sulle varie alternative (ad alcol o acqua ossigenata) che non ho mai saputo nel dettaglio come potessero essere utilizzate. Il vapore non va bene per tutti i dispositivi, e sempre per gli articoli precedenti, non sembra si vada oltre un livello intermedio di disinfezione. Cosa andrebbe fatto per effettuare una vera e propria sterilizzazione? Grazie.

Risposta

Non abbiamo fatto una indagine di mercato, che esula dai nostri compiti. Conosciamo alcuni dei prodotti presenti in commercio per la disinfezione, quali:

  • Securlab Alcool etilico denaturato 90%, flaconi da 5 L (circa 15 €)
  • Cura Farma Alcool etilico denaturato 90%, flaconi da 5 L (circa 22 €)
  • Lab. Sys Alcool etilico denaturato 70%, flaconi da 5 L (circa 25 €)
  • Lab. Sys Alcool isopropilico 70%, flaconi da 5 L (circa 25 €)
  • Gastro Centrale Flash F5K Perossido idrogeno 3%, flaconi da 5 L (circa 53 €)

La disinfezione si pratica con l’immersione del materiale nella soluzione per il tempo definito per ciascun prodotto utilizzato (vedi la nostra precedente risposta, qui). Per la disinfezione a freddo e perciò per tutti i disinfettanti sopra indicati è indispensabile il risciacquo con acqua sterile (acqua bollita per 5 minuti). Dopo il risciacquo occorre far sgocciolare bene i pezzi su una superficie pulita coperta da tovaglioli di carta assorbente. Il materiale ben asciutto va conservato in un sacchetto non di plastica.
Per l’uso di ciascun disinfettante occorre verificare che non siano lesivi dei materiali delle ampolle per aerosol e degli altri strumenti utilizzati da disinfettare e fare riferimento alle istruzioni di uso indicate dal produttore (ogni disinfettante ha una scheda del prodotto con le modalità di uso e le caratteristiche di sicurezza). Si tratta infatti di presidi medico-chirurgici: il produttore deve presentare un test di verifica dell’efficacia contro uno o più microorganismi bersaglio per l’autorizzazione del prodotto come presidio medico-chirurgico (vedi le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, qui). Le informazioni relative al principio attivo e alla sua concentrazione, il microorganismo bersaglio e i tempi di azione riportati in etichetta sono oggetto di valutazione da parte dell’autorità competente che ne emette l’autorizzazione. Pertanto, la presenza in etichetta del numero di registrazione/autorizzazione come presidio medico-chirurgico conferma l’avvenuta valutazione di quanto presentato dal produttore su composizione, stabilità, efficacia e informazioni di pericolo. Sono importanti anche queste ultime che definiscono gli specifici rischi con l’uso dei disinfettanti e le misure per prevenirli.

La disinfezione comporta la uccisione di microorganismi, come batteri, virus e funghi, mentre la sterilizzazione è l’eliminazione di tutti i microorganismi sia nelle forme vegetative che di spore. La sterilizzazione, aggiungendo all’effetto battericida, virucida, funghicida l’eliminazione anche delle spore, consente l’eliminazione completa da un materiale di ogni forma di vita. La sterilizzazione è un processo molto complesso, eseguito negli ospedali, e abbisogna di tecnologia specifica e personale dedicato. La sterilizzazione non può essere eseguita a domicilio, dove è sufficiente eseguire una buona disinfezione da ripetere nel tempo secondo quanto raccomandato dai fisioterapisti del Centro (per esempio, le ampolle dell’aerosol vanno disinfettate una volta al giorno, il distanziatore una volta alla settimana, la maschera PEP ogni 2-3 giorni). Anche gli infermieri del Centro possono fornire informazioni sui disinfettanti, facendo riferimento a quelli utilizzati in ciascun ospedale.

Dott. Cesare Braggion, Direzione scientifica FFC Ricerca


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