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30 Ottobre 2006

Contraccezione d’emergenza e FC

Autore: Elisa
Argomenti: Gravidanza, Riproduzione
Domanda

Chi soffre di fibrosi cistica e per emergenza ha assunto a 2 ore dal rapporto non protetto Norlevo 750 mcg compresse leggevo che potrebbe non funzionare per problemi epatici. E’ così?

Risposta

Contraccezione d’emergenza è un termine generico, usato per descrivere un gruppo di metodi ormonali per la prevenzione della gravidanza quando essi vengono assunti durante i primi giorni dopo un rapporto sessuale non protetto. L’utilizzo clinico della contraccezione d’emergenza è relativamente recente, ma la conoscenza che la somministrazione d’ormoni steroidi dopo un rapporto sessuale potesse controllare la fertilità risale almeno a 40 anni fa (1). Nell’ultima decade si è visto un interesse crescente per la contraccezione d’emergenza data la sua capacità, almeno potenziale, di ridurre il tasso di aborto volontario. Attualmente il metodo più utilizzato in Italia è sicuramente il levorgestrel, un ormone derivato del progesterone, (nome commerciale Norlevo), anche perché risulta l’unico farmaco sul mercato con indicazione specifica. In letteratura e in sperimentazione esistono altri farmaci (ad esempio il Mifepristone =RU486, che ha meccanismo d’azione con caratteristiche più abortive che contraccettive) (2).

Indicazioni alla contraccezione d’emergenza sono rappresentate da: un rapporto senza alcuna protezione contraccettiva; un coito interrotto non riuscito, con eiaculazione in vagina o sui genitali esterni; la rottura o lo sfilamento del profilattico; la dimenticanza di assumere la pillola contraccettiva per più giorni consecutivi; un errore di calcolo del periodo fertile per coloro che utilizzano metodi naturali di regolazione della fertilità; l’espulsione dell’IUD (= la “spirale” intruterina); una violenza sessuale in assenza di protezione contraccettiva.

Norlevo 750 è il nome commerciale del levonorgestrel (0,75 mg di levonorgestrel), disponibile come contraccezione d’emergenza, dietro presentazione di ricetta medica. E’ un prodotto approvato a partire dal 1999 come contraccettivo d’emergenza nel Regno Unito, USA e gran parte dell’Europa (2,3). L’assunzione a scopo contraccettivo dovrebbe avvenire entro 72 ore dal rapporto (4), ma è possibile in un periodo esteso fino a 5 giorni purchè la donna sia informata riguardo la diminuzione dell’efficacia del trattamento. Esiste infatti una correlazione diretta tra la rapidità d’assunzione del trattamento dopo il rapporto e l’efficacia della contraccezione d’emergenza (4). In generale si può dire che in accordo con tutti gli studi recenti la contraccezione d’emergenza risulta avere un’alta efficacia nella prevenzione della gravidanza. Un vasto studio coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1998 ha trovato in generale un tasso di gravidanza (chiamato in questo caso “indice di fallimento” del farmaco) dell’1.1%: distinto in 0,4% tra le donne che assumevano il levonorgestrel entro le prime 24 ore dal rapporto, 1,2% tra quelle che lo assumevano tra 25 e 48 ore e 2,7% tra quelle che lo assumevano tra 49 e 72 ore (4).

Il meccanismo d’azione del levonorgestrel comprende sia un effetto d’inibizione dell’ovulazione sia un effetto anti-spermatozoo (riduzione del numero degli spermatozoi presenti nella cavità uterina, innalzamento del PH del fluido uterino e aumento della viscosità del muco cervicale, con conseguente immobilizzazione degli spermatozoi). E’ dubbio un effetto sull’endometrio (le cellule della parete interna dell’utero) in senso antiannidamento dell’ovulo fecondato.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (5,6) la gravidanza inizia con l’impianto: il levonorgestrel assunto come contraccezione d’emergenza non è in grado di interrompere una gravidanza in cui l’impianto è già avvenuto; per questo è considerato dall’OMS un farmaco contraccettivo e non abortivo. Se la gravidanza è già iniziata esso risulta inefficace e il suo uso non può produrre effetti dannosi sull’embrione (5).

Controindicazioni vere e proprie alla prescrizione del levonorgestrel come contraccettivo d’emergenza non esistono, perciò può essere prescritto anche alle donne affette da fibrosi cistica (7). Il problema epatico, citato dalla domanda della nostra lettrice, che potrebbe intervenire e impedire il funzionamento del Norlevo, si presenterebbe solo quando Norlevo viene assunto contemporaneamente ad alcuni farmaci particolari. Questi farmaci sono: alcuni antiepilettici, alcuni ipnotici della famiglia dei barbiturici, un antibiotico chiamato rifampicina (nome commerciale “Rifadin”). Può succedere che questi farmaci, che vengono metabolizzati dal fegato come il Nolrevo, “attivano” gli enzimi epatici in modo tale da facilitare una più rapida degradazione anche del contraccettivo e così aumentano il rischio della sua inefficacia. Il fenomeno è conosciuto con il termine medico di “induzione enzimatica”. Per questo in questi casi e solo in questi casi si consiglia di raddoppiare la dose del Norlevo. Però questo, per quello che oggi se ne sa, è l’unico problema epatico che potrebbe porsi.

1) Faundes A et all “Emergency contraception: clinical and ethical aspects”. Int J Gynecol Obstet 2003; 82:297-35

2) Glasier A “Emergency contraception” Best Practice and Research. Clinical Obstetrics and Gynecology 2002:16(2):181-191

3) The emergency contraception website www.ecprinceton.edu

4) Worl Health Organisation (WHO) “Task Force on Post Ovulatory Methods of Fertility Regulation. Randomized controlled trial of levonorgestrel versus the Yupze regimen of combined oral contraceptives for emergency contraception” Lancet 1998; 352:428-33

5) World Health Organisation (WHO)”Emergency Contraception: a guide to revision of services” Ginevra: Worl Health Organisation .1998

6) World Health Organisation (WHO) “Improving accesss to quality care in family planning” Medical eligibility criteria for contraceptive use. Second edition.

7) Roberts S et all “The sexual health of adolescents with cystic fibrosis”. J R Soc Med 2005; 98:7-16

G. Borgo


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