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23 Luglio 2014

Dibattito sui farinacei alimentari: integrali o raffinati?

Autore: Vittorio
Domanda

Salve, vorrei avere la vostra opinione circa la preferibilità o meno verso alimenti farinacei integrali o meno. Premesso che la scelta per molti rimane il gusto (personalmente trovo molto più gustoso l’alimento integrale, pasta, riso o pane che sia, in luogo di quelli bianchi o cosiddetti “raffinati” che, sempre per parere personale, sembrano senza sapore in confronto), quali sarebbero gli alimenti più indicati per un soggetto con fibrosi cistica? Da varie fonti si trovano pareri molto differenti, chi predilige l’integrale per la maggior naturalezza e contenuto di micronutrienti, digeribilità, ricchezza in fibre che idratano l’intestino e minore impatto sulla glicemia, chi invece li nega perchè potrebbero dar luogo a polipi intestinali o potrebbero essere contaminati da troppi conservanti e pesticidi. Oppure quali sono le condizioni per prediligere l’una o l’altra tipologia di alimenti? Insomma si leggono e si sentono opinioni che in un modo o nell’altro fanno sorgere molti dubbi, anche dagli stessi medici e nutrizionisti. Grazie per la vostra continua disponibilità. Cordiali saluti.

Risposta

Su questo problema degli alimenti farinacei, ci sentiamo di dare una risposta che è poco scientifica ma è basata sul buon senso maturato dopo lunga esperienza.

Il dibattito sugli elementi favorevoli o sfavorevoli dei farinacei a base di cereali integrali continuerà, con poche basi scientifiche di certezza, salvo quella che i farinacei integrali contengono maggiori quantità e varietà di princìpi nutritivi rispetto ai farinacei raffinati (es. la farina triplo zero). Il problema per le persone con fibrosi cistica ha una sua specificità: prima o poi questa malattia compromette l’appetito e tuttavia quelle persone necessitano di un apporto calorico sostenuto. Nella pratica si è sempre raccomandato di privilegiare i cibi che piacciono alla persona con il problema, a prescindere dalle svariate impostazioni nutrizionistiche correnti. Purchè si assicurino alimenti il più possibile naturali, di varia estrazione e qualità e comunque che comportino nella giornata un apporto calorico che mediamente per la persona con FC supera quello normale. Da cui l’attenzione non soltanto ai farinacei ma soprattutto ai condimenti grassi (anche questi naturali) che assicurano per unità di peso il doppio delle calorie rispetto a carboidrati e proteine, non facendo mancare frutta fresca e verdure: ricordare che i cibi ricchi di fibre vegetali hanno un benefico effetto sulla viabilità intestinale, dato che in questa malattia c’è una spiccata tendenza all’impatto intestinale.

G. M.


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