Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Dibattito sulla opportunità di diagnosi genetica prenatale (con villocentesi) quando sono in causa nei genitori mutazioni CFTR dagli effetti sconosciuti o presumibilmente modesti

22 Gennaio 2016

Dibattito sulla opportunità di diagnosi genetica prenatale (con villocentesi) quando sono in causa nei genitori mutazioni CFTR dagli effetti sconosciuti o presumibilmente modesti

Autore: Elisabetta
Domanda

Buongiorno, volevo chiedere se avete qualche informazione circa l’incrocio tra la mutazione G542X (donna) e la V938G (uomo). Io e mio marito stiamo aspettando un bambino e siamo all’undicesima settimana: voi consigliereste di sottoporsi alla villocentesi? I pareri fino ad ora consultati sono stati contrastanti.
Ringrazio per la collaborazione. Cordiali saluti.

Risposta

La villocentesi consiste nel prelievo di un frammento di villo coriale (placentare) e si esegue in genere intorno alla decima-dodicesima settimana di gravidanza. Poiché il frammento prelevato ha lo stesso corredo cromosomico e genetico del feto, la villocentesi serve a indagare la presenza nel feto di malattie dovute ad alterazioni cromosomiche o genetiche. Anche se eseguita da mani esperte, la villocentesi conserva un rischio di interruzione di gravidanza intorno al 2%, legato alla procedura stessa. Nel caso della fibrosi cistica, nel feto viene cercata la presenza di mutazioni del gene CFTR trasmesse dai genitori: se entrambi sono portatori di mutazioni CFTR conosciute, l’indagine può diagnosticare o escludere la fibrosi cistica con elevato grado di certezza.

C’è un principio generale che dovrebbe regolare l’indicazione alla villocentesi (vale a dire la valutazione medica sull’opportunità di farla): va fatta quando la malattia che si vuole indagare è grave e il rischio che il feto la presenti è elevato. Debbono essere presenti entrambe le caratteristiche, perché il bilancio costi/benefici (intendendo entrambi i termini in senso molto ampio) penda in favore dell’esecuzione. Se il rischio è molto basso o se la patologia non è grave, non c’è indicazione a fare la villocentesi. Questo principio del bilancio costi/benefici è un principio generale della medicina e degli interventi medici. Questo principio spiega, per esempio, perché il Servizio Sanitario Nazionale ritenga indicata la villocentesi per la ricerca di anomalie cromosomiche (soprattutto sindrome di Down) a partire da quell’età della donna in cui il rischio diventa di un certo peso (dopo i 35 anni).
Nel caso della domanda, il problema nasce dal fatto che non si sa quale tipo di malattia colpirebbe il feto se ereditasse la mutazione G542X e la mutazione V938G. Questo perché non si sa se V938G sia una vera mutazione del gene CFTR o una mutazione (o variante) che induce solo sintomi modesti o addirittura nessun sintomo.
Raccomandiamo vivamente che il problema, particolarmente complesso, sia affrontato nell’ambito di una consulenza genetica, orientata a far emergere le decisioni personali che la coppia deve prendere, anche in assenza di certezze scientifiche. Infatti, cercando nella letteratura e nel data base www.genet.sickkids.on.ca, abbiamo trovato la segnalazione di soli due casi descritti (maschi) in maniera molto sintetica ed entrambi conosciuti in età adulta (arrivati al test genetico probabilmente causa infertilità, ma è solo una ipotesi). Uno dei due aveva genotipo V938G/V938G, aveva asma e atresia monolaterale dei dotti deferenti (CUAVD), nessun altro sintomo. Il secondo aveva V938G combinata a una mutazione CFTR classica e presentava test del sudore borderline, atresia bilaterale dei dotti deferenti, assenza di altri sintomi. La conoscenza di due casi non permette ragionamenti scientifici, solo ipotesi. Le ipotesi sono che V938G possa essere una mutazione (o variante) benigna, responsabile, in combinazione con una mutazione classica, di una forma atipica di fibrosi cistica.

La fibrosi cistica classica (con coinvolgimento di polmoni, pancreas e altri organi) è malattia in genere grave, evolutiva, priva attualmente di cure risolutive. La villocentesi va riservata alla diagnosi di fibrosi cistica classica, determinata da mutazioni del gene CFTR con effetto ben conosciuto. Qual è il razionale alla base dell’opportunità di diagnosticare la presenza di caratteristiche genetiche dagli effetti sconosciuti o presumibilmente modesti? Dove si colloca il limite fra il rispetto dell’autonomia delle scelte dei genitori e quello delle evidenze scientifiche, che debbono ispirare le pratiche mediche? Purtroppo in assenza di linee guida aggiornate per quanto riguarda il test genetico FC e la diagnostica prenatale FC (presenti in altri paesi), per di più sotto la spinta degli enormi interessi economici che regolano il mercato dei test genetici, l’argomento è oggetto di dibattito, e le stesse strutture diagnostiche pubbliche non adottano comportamenti uniformi.

G. Borgo


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora