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12 Dicembre 2003

Globuli rossi vettori di farmaci

Autore: Lister Gabriella
Argomenti:
Domanda

Ho letto che un gruppo di ricercatori dell’Università di Urbino sta sperimentando l’impiego di globuli rossi come vettori di cortisone per curare l’infiammazione polmonare nella fibrosi cistica. Si può saperne qualcosa di più?

Risposta

Lo studio cui si riferisce la domanda riguarda una geniale strategia messa a punto dall’Istituto di Biochimica dell’Università di Urbino (Prof Magnani e coll.) con la collaborazione dell’azienda Di.De.Co. di Mirandola e l’Istituto di Biochimica dell’Università di Genova (Prof. Da Monte). L’efficacia dei cortisonici nella fibrosi cistica per contrastare l’infiammazione polmonare è da lungo sostenuta, anche se non vi è ancora uniformità di vedute in merito, ma si sa che questi farmaci hanno alla lunga importanti effetti collaterali che ne limitano fortemente l’impiego di lunga durata. Gli studiosi di Urbino hanno cercato di superare questa limitazione incapsulando un cortisonico, il Desametasone 21-fosfato , in una quota di globuli rossi estratti dal paziente da trattare. Una volta reinfusi allo stesso paziente, gli enzimi contenuti negli stessi globuli rossi rimuovono dal composto incapsulato il fosfato permettendo così una lenta e protratta liberazione in circolo del Desametasone fino a 28 giorni. Questo consentirebbe di mantenere in circolo per lungo tempo livelli veramente bassi di cortisonico e quindi con rischio assai limitato di effetti collaterali. La parte clinica dello studio di cui siamo a conoscenza, anche se non ancora pubblicato, è stata condotta presso il Centro Fibrosi Cistica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma (Dr. Castro e coll.), con la collaborazione del prof Novelli (Genetica Umana, Univ. Tor Vergata) e del Prof. Dallapiccola (Genetica Medica, Univ. La Sapienza, Roma). Si tratta di uno studio pilota compiuto in 2 fasi. Nella prima fase si è testata in 8 pazienti la tolleranza del farmaco in rapporto a diversi dosaggi, tutti assai piccoli, dapprima con una e poi con due successive somministrazioni a distanza di 4 settimane. Nella seconda fase si sono trattati 6 pazienti con una somministrazione di circa 10 mg di farmaco ogni mese per 15 mesi. Non si sono avuti evidenti effetti collaterali e si è osservato un significativo incremento della funzione respiratoria (FEV1). E’ tutto quanto sappiamo. Sappiamo anche che è in preparazione un più ampio studio clinico, randomizzato e controllato con placebo, nel quale verranno coinvolti alcuni centri CF italiani. Se sarà questa una strategia antinfiammatoria vincente non possiamo dire ora né possiamo dire se altri farmaci, diversi dal desametasone, potranno eventualmente essere utilizzati in futuro con questa nuova tecnologia.

G. M.


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