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26 Settembre 2022

Il rischio di fibrosi cistica con test genetico e test del sudore negativi

Autore: Claudia
Domanda

Salve, sono mamma di due bimbi ex prematuri che ora hanno 26 mesi. A causa di valori alterati della tripsina, a pochi mesi sono stati entrambi sottoposti al test genetico e successivamente al test del sudore, entrambi risultati negativi. Ci sono possibilità che la malattia si possa presentare in futuro malgrado la negatività di tali esami?

Risposta

La fibrosi cistica è una malattia congenita, è presente fin dalla nascita e anche le rare forme lievi, in cui i sintomi si rendono manifesti in età giovanile o addirittura adulta, risultano sostanzialmente positive fin dalla nascita agli esami diagnostici specifici.
Il test di screening neonatale per la fibrosi cistica è caratterizzato da un grado di specificità (capacità di individuare solo i soggetti malati) molto basso. Si calcola infatti che, mediamente, ogni 30 bambini considerati a rischio perché presentano tripsina alta nel sangue alla nascita, solo 1 risulta affetto dalla malattia. Tra le cause di tripsina alta non associata alla fibrosi cistica nel neonato è compresa anche la nascita prematura del bambino.
La diagnosi di fibrosi cistica si fonda su esami specifici (test del sudore e indagine genetica per la ricerca delle mutazioni nel DNA alla base della malattia), che sono in grado, nella grande maggioranza dei casi, di identificare i soggetti realmente affetti e, in ogni caso, di “liberare” dal sospetto diagnostico i bambini risultati falsamente positivi allo screening.
Su queste basi, riteniamo che, nel caso presentato dalla domanda, il rischio di presentare in futuro la malattia sia di fatto assente.

Dott.ssa Laura Minicucci, clinico FC FFC Ricerca


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