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9 Settembre 2008

Interpretare una TAC del torace

Autore: Roberta
Argomenti: Rx torace
Domanda

Scrissi su questa rubrica circa un mese fa riguardo il mio problema di saturazione. Sono stata ricoverata per circa 15 giorni e ho fatto anche una tac del torace: la risposta mi è stata data non durante il ricovero ma dopo circa 20 giorni e sinceramente non ci ho capito molto. Scrivo la risposta del referto e pregherei di darmi se possibile una delucidazione: “Presenza di multiple bronchiectasie cilindriche e cistiche con associata fibrosi del parenchima che determina aspetto a favo d’ape prevalentemente a carico dei lobi superiori. In sede apicale destra inoltre si apprezza un addensamento parenchimale in possibile evoluzione fibrotica. Ispessimento interstiziale in sede medio-basale bilateralmente. Linfonodi delle dimensioni massime di circa 15 mm si osservano in sede pre-tracheale, subcarenale ed a livello della finestra aorto-polmonare. Non versamento pleurico bilateralmente”. L’ultima parte non riesco a capirla soprattutto quella relativa ai linfonodi. Mi devo preoccupare? Attualmente sto facendo un ciclo di cortisone. Ringrazio anticipatamente se vorrete aiutarmi a capire meglio.

Risposta

Interpretare una TAC del torace è abbastanza difficile. Non è nostro compito in questa rubrica interpretare referti clinici e loro significato per la salute della persona, cosa che con maggior cognizione di causa può fare invece il centro che ha in cura la persona che ci scrive. Tuttavia, possiamo offrire una specie di breve dizionario dei termini indicati nel referto, con l’intento di sottrarli, per quanto possibile, al mistero per il paziente che li legge.

TAC del torace: è una radiografia del torace condotta con tecnica speciale computerizzata. TAC sta per “Tomografia Assiale Computerizzata”. Nella normale radiografia del torace (preso di fronte o di lato) i raggi X imprimono nella lastra radiografica le immagini complessive di tutto il torace che essi attraversano: le diverse strutture sono identificate sulla base della maggiore o minore trasparenza ai raggi x, ma esse in gran parte si sovrappongono (sul piano della lastra va a finire tutto lo spessore del torace e degli organi che contiene e non è sempre facile ottenere una buona definizione e localizzazione delle alterazioni che vi si riscontrano). Nella TAC invece i raggi X fotografano fetta per fetta il torace secondo sezioni trasversali all’asse principale (tomografia assiale appunto) del torace stesso: il programma computerizzato le elabora automaticamente e le riporta sullo schermo del PC o su una lastra radiografica sezione per sezione (le sezioni sono in genere di pochi millimetri). Questa tecnica, perfezionata oggi con la TAC “ad alta risoluzione” o con la TAC “a spirale”, permette di avere dettagli molto fini delle varie strutture polmonari sezione per sezione.

Bronchiectasie: le bronchiectasie sono dilatazioni bronchiali causate in genere da infiammazione cronica, che danneggia la struttura delle loro pareti consentendone lo sfiancamento. Nelle bronchiectasie cilindriche il bronco è dilatato e le sue pareti sono ispessite ma conserva ancora la sua linearità: sono identificabili come immagini a “binario”, cioè doppie linee spesse dovute alla sezione longitudinale del bronco oppure come immagini di piccoli anelli a contorno denso se i raggi hanno sezionato il bronco trasversalmente. Nelle bronchiectasie cistiche il bronco ha perso ogni elasticità e, causa il cedimento delle pareti, per effetto del contenuto mucopurulento e della tosse, si è dilatato a formare piccole cavità o pseudocisti irregolari lungo il suo decorso o alla sua estremità: sono espressione di un danno irreversibile di quel bronco, mentre le bronchiectasie cilindriche possono ancora recuperare se l’infezione/infiammazione bronchiale viene controllata.

Fibrosi del parenchima: sta per produzione di tessuto fibroso che si realizza nei processi di riparazione del tessuto polmonare, intorno ai bronchi o bronchioli, danneggiato dall’infiammazione. Si tratta di una specie di cicatrizzazione che peraltro, pur essendo riparativa, sostituisce il tessuto polmonare (alveolare) respirante, conferendo rigidità a quella parte dell’organo e togliendovi funzionalità.

Favo d’ape: le immagini a piccoli o grandi anelli (bronchiectasie) inglobate nel tessuto fibroso molto denso ai raggi X conferiscono quell’aspetto caratteristico di “nido o favo d’ape” (struttura densa a buchi), che esprime un’area polmonare molto danneggiata ed esclusa o quasi dallo scambio gassoso.

Addensamento parenchimale: è una zona polmonare densa, cioè poco trasparente ai raggi X e può essere l’espressione di un’area di collasso polmonare (tessuto polmonare collabito senza aria = atelettasia) oppure di un’area in stato di infiammazione (focolaio di polmonite = tessuto infarcito di cellule infiammatorie e imbibito di acqua), che per processo riparativo (vedi sopra) può evolvere in fibrosi.

Linfonodi: sono chiamati anche “nodi linfatici” o “linfoghiandole”. Sono agglomerati di cellule (linfociti, monociti, plasmacellule, etc), miste a vasi linfatici, deputate al sistema difensivo dell’organo o della sezione di organo alle cui difese sono preposti in sedi strategiche. Nella parte più centrale dei polmoni bilateralmente, inglobati tra vasi broncopolmonari, trachea e bronchi principali (“ili polmonari” o porte dei polmoni) vi sono normalmente linfonodi di piccole dimensioni, pronti a reagire in caso di infezione ingrossandosi. In caso di infezione/infiammazione cronica questi linfonodi tendono ad essere ingrossati stabilmente e soggiacciono anch’essi a processi di fibrosi. Nel referto è descritta la presenza di questi linfonodi davanti alla trachea, sotto la suddivisione della trachea nei due bronchi principali (carena) e tra i grossi vasi (aorta e arteria polmonare).

Versamento pleurico: è una raccolta più o meno consistente di liquido nella cavità pleurica (tra parete toracica e superficie dei polmoni), di solito per infiammazione della pleura o per scompenso cardiaco).

G. M.


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