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13 Luglio 2021

Le nuove terapie a base di DNA e RNA aprono interessanti prospettive per il trattamento di mutazioni orfane di CFTR

Autore: Pietro
Domanda

Buongiorno,
vorrei avere la vostra opinione su due nuove interessanti strategie che dovrebbero entrare nella fase I di sperimentazione clinica entro la fine dell’anno:
– LUNAR-CF (ARCT-032) di Arcturus Therapeuthics.
– KB 407 di Kristal Biotech.
Inoltre, raggiunta questa pietra miliare di Trikafta (ndr Kaftrio in Europa), si nota come specialmente negli Stati Uniti ci siano enormi investimenti per trovare davvero una “cura per tutti” i malatia di fibrosi cistica. Speriamo solo che arrivi in tempo anche per noi, al momento orfani di una terapia risolutiva. Per questo adesso è l’ora di battervi con forza anche per noi.
Grazie

Risposta

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla rapidissima crescita delle terapie volte a introdurre materiale genetico nelle cellule per compensare geni non funzionanti o per produrre proteine mancanti. Nel caso della fibrosi cistica (FC), l’idea è fornire alle cellule delle persone con FC una versione corretta del DNA o dell’RNA di CFTR così da produrre una proteina CFTR normale (e funzionante). Ne abbiamo parlato anche qui e qui.

KB407 di Krystal Biotech è una terapia che si basa sull’inserimento di una copia normale del gene (DNA) di CFTR nelle cellule. Il veicolo usato per la consegna è un vettore ottenuto dal virus umano dell’herpes simplex di tipo 1 (HSV-1). Tale vettore è stato opportunamente modificato per impedire la sua replicazione e conseguente infezione nell’organismo. In questo modo il virus viene di fatto reso innocuo pur mantenendo la sua capacità di trasferire materiale genetico all’interno delle cellule.

La terapia KB407 è stata testata prima in vitro, cioè in laboratorio, su cellule polmonari prive di CFTR e su organoidi provenienti da quattro pazienti FC con diverse mutazioni a carico di CFTR dove ha mostrato ripristinare la produzione di una proteina CFTR funzionante. Successivamente, sono stati condotti studi in vivo su topi e primati: dai risultati preliminari riportati dall’azienda produttrice sembrano confermate l’efficacia e la sicurezza del trattamento.

Per quanto riguarda ARCT-032 di Arcturus Therapeuthics, si tratta invece di una terapia a base di mRNA, cioè di un sistema per inserire nelle cellule non l’informazione genica ma le istruzioni per formare una proteina CFTR normale. In questo caso il veicolo usato per introdurre l’mRNA è un involucro di piccole particelle lipidiche. ARCT-032 è stata finora testata in vivo su modelli di topo privi di CFTR. Su questo sito ne abbiamo parlato qui.

Il vantaggio di entrambe le potenziali terapie, a DNA e RNA, è che potrebbero funzionare in qualsiasi persona con FC, indipendentemente dalle mutazioni presenti. Sembrano particolarmente promettenti soprattutto per coloro che hanno mutazioni rare e attualmente orfane di terapia con modulatori CFTR.

Uno svantaggio è che, per funzionare, il vettore (lipidico o virale) deve raggiungere le cellule bersaglio, che siano polmoni, pancreas o altro, e quindi superare un certo tipo di barriera, diversa a seconda dell’organo di interesse.

Il fermento degli studi scientifici in questo campo ci fa comunque ben sperare. I recenti progressi e le prospettive all’orizzonte in campo biotecnologico e medico hanno già dato origine ad aree di ricerca completamente nuove e a tecnologie fino a una decina di anni fa nemmeno immaginabili, che senza dubbio continueranno a stimolare nuovi saperi e nuove scoperte.

La ricerca di FFC in questa direzione non si ferma e si sta muovendo in stretta sinergia con la comunità scientifica internazionale affinché ciò che oggi è possibile per un certo numero di malati un domani sia una realtà per tutti. L’impegno di Fondazione è quello di trovare una cura per tutti, anche per chi attualmente è ancora orfano di terapia.

Dott.ssa Luisa Alessio, Direzione Scientifica FFC


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