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27 Dicembre 2007

Sintomi e meccanismi di difesa

Autore: Franco
Domanda

Vorrei sapere quali dei più frequenti sintomi della FC sono da attribuire a difese dell’organismo (come potrebbe essere la tosse) e quali sono indotti dalla patologia stessa.

Inoltre vorrei sapere quali dei meccanismi di difesa (se ce ne sono) possono essere considerati come reazioni localizzate al danno prodotto a livello cellulare/tissutale e quali sono da considerare reazioni sistemiche/generalizzate.

Risposta

Limitiamo la risposta ai problemi respiratori. Certamente la tosse è un meccanismo fondamentale di difesa, nel senso che consente la rimozione dei secreti bronchiali, che tenderebbero ad ostruire le vie respiratorie, e nel contempo la rimozione dell’eccesso di carica batterica che è causa di infezione ed infiammazione di bronchi e polmoni. La tosse è infatti un meccanismo che viene incoraggiato nella fisioterapia respiratoria, anche perché con il tempo esso tende ad essere affievolito o inibito e comunque reso meno efficiente se non lo si educa e rinforza. In un certo senso è un meccanismo di difesa anche la dispnea/polipnea, cioè quel sintomo che avvertiamo come fatica di respiro quando vi sia una condizione acuta o cronica di danno broncopolmonare: in realtà, attraverso un aumento di frequenza e di profondità del respiro, l’organismo tende a compensare la riduzione di scambi gassosi che il danno polmonare comporta. La febbre, in corso di infezione polmonare, è un sintomo che deriva anche dal tentativo dell’organismo di rendere difficile la vita a virus e batteri attraverso un aumento della temperatura corporea. Tuttavia, questi sintomi, che sono espressione di difese primarie contro infezione, infiammazione, danno broncopolmonare, sono in realtà secondari a fenomeni dovuti alla malattia di fondo. E’ infatti la malattia di fondo che, in causa delle secrezioni bronchiali dense e tenaci che essa comporta, tende a favorirne il ristagno con facilitazione all’impianto e allo sviluppo di batteri, causa di infezione e infiammazione.

Se poi parliamo dei meccanismi di difesa contro l’infezione, essi sono rappresentati da un vasto arco di eventi, da quelli più localizzati a quelli più generalizzati. L’affacciarsi di batteri alla superficie respiratoria è immediatamente contrastato da sostanze prodotte dall’epitelio stesso (difese di prima linea), che hanno un’azione antibatterica come quella degli antibiotici: sono i peptidi antimicrobici (es. defensine, lisozima, lattoferrina, etc). L’infiammazione locale, caratterizzata da aumento di afflusso di sangue e rigonfiamento (edema) del tessuto, apre la strada ad una sequela complessa di eventi: i linfociti del sangue e dei tessuti aumentano la produzione di anticorpi contro i batteri e le loro tossine, liberano sostanze (mediatori chimici) che determinano azioni complesse di difesa, principalmente quella di richiamare molti globuli bianchi neutrofili nella sede di infezione, che a loro volta rappresentano sofisticatissimi killer contro i batteri. E’ questo un tentativo di semplificare un insieme di fenomeni complessi che sono si in funzione di contrasto ad una aggressione batterica locale, ma coinvolgono l’organismo nel suo insieme, facendolo sentire ammalato e determinando anche sintomi generali (febbre, mal di testa, astenia, inappetenza, etc) ed anche manifestazioni a distanza (vasculiti, eruzioni cutanee, infiammazioni muscolari e articolari), per cui le reazioni di difesa possono anche rappresentare un danno o almeno un disturbo per l’organismo nel suo insieme, quando sono eccessive, come è il caso non infrequente della fibrosi cistica.

G.M.


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