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24 Giugno 2012

Staminali del cordone ombelicale: ha senso conservarle per eventuale cura della fibrosi cistica?

Autore: Chiara
Argomenti: Cellule staminali
Domanda

Gentilissimi Dottori, avrei il piacere di avere la Vostra opinione in merito alle banche di conservazione di cellule staminali: non le abbiamo conservate per il nostro primo figlio, poi risultato avere FC, ed ora, avendo la gioia di poter diventare genitori di nuovo non vorremmo perderci questa opportunità che potrebbe un domani aiutare la salute di tutta la famiglia! La spesa da sostenere non è poca (almeno per noi) e non vorremmo essere illusi da questa “moda” che mi auguro non sia solo a scopo lucrativo! Quanto c’è di vero? E che utilità potrebbe trarre il fratello FC in futuro? Ringrazio anticipatamente.

 

Risposta

Le malattie infantili che sono curabili con staminali per ora sono solo alcune leucemie, malattie del sangue come la talassemia, disordini del sistema immunitario (1). Per quel che riguarda la fibrosi cistica, la nostra opinione è che attualmente non ci sono ragioni scientifiche sufficienti per pensare che le cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale possano avere una ricaduta pratica diretta sul soggetto malato. Questo, sia nel caso di un cordone ombelicale “autologo”, vale a dire di un fratello o di un parente e conservato per uso “personale”, che eterologo, cioè rintracciato per caratteristiche di compatibilità fra i tanti donati a una banca del cordone.

Le ricerche sulle staminali in FC sono in corso, ma sono attualmente al livello di sperimentazioni su animali, e i tempi previsti perché ci siano sviluppi pratici si preannunciano lunghi. E qualora vi fossero degli avanzamenti, è importante sapere che lo stesso soggetto malato di fibrosi cistica potrebbe avere una sorgente personale di staminali a livello del suo midollo osseo. E sarebbero queste staminali a essere prelevate e “obbligate” a diventare cellule dell’epitelio respiratorio per rigenerare il polmone malato. Così almeno avevano suggerito in passato alcune ricerche. Altre più recenti indicano invece che lo stesso polmone del malato conterrebbe alcune “nicchie” che potrebbero essere fonte di staminali. Perciò, invece di “istruire” una cellula staminale esogena (cioè ottenuta da un altro organo, come ad es. il midollo osseo o le cellule del sangue di cordone ombellicale) a diventare epitelio respiratorio, si potrebbero isolare le cellule staminali locali, correggerle con il gene CFTR “buono” e re-inserirle nel polmone malato, con il vantaggio che queste cellule sarebbero dello stesso individuo (quindi altissimamente “compatibili”) e avrebbero nel loro genoma già l’istruzione a diventare epitelio respiratorio. Ma su questo percorso siamo solo ai primi passi

1) La donazione del cordone ombelicale: per chi e perchè, 11/05/2010
2) Passi avanti nella ricerca sulle cellule staminali per la riparazione del danno polmonare, 14/07/2011

 

G. Borgo


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