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8 Agosto 2018

I timori sull’acqua di casa e il ricorso alle acque minerali

Autore: Irene
Argomenti: Ambiente
Domanda

Buongiorno, sono una ragazza con fibrosi cistica non trapiantata. Vorrei avere delle informazioni in merito ai fattori di rischio di acquisizione di patogeni quali Mycobatterium abscessus e altri: ho letto in più occasioni su questo sito che attualmente non vi sono certezze, ma alcuni studi avanzano l’ipotesi che ambienti “favorevoli” siano il suolo e le tubature. Di conseguenza, mi viene da pensare che sarebbe da evitare il consumo di acqua potabile in favore di quella minerale. Non ho trovato molto a riguardo, solo alcune linee guida per trapiantati che suggeriscono appunto la scelta dell’acqua minerale perché più sicura e pura, non attraversando le tubature dell’acquedotto, anche se in realtà per legge verrebbero fatti più controlli sull’acqua proveniente dall’acquedotto. Inoltre, se il problema sono le tubature, immagino che anche negli stabilimenti di imbottigliamento l’acqua passi attraverso delle condutture. A questo punto però, che vantaggio mi dà bere acqua minerale quando in realtà sono comunque a contatto con l’acqua in qualsiasi momento, inalandone il vapore sotto la doccia, quando mi lavo le mani ecc? Esistono linee guida per un normale paziente FC non trapiantato? Grazie.

Risposta

Il timore che l’acqua di casa sia sorgente di acquisizione di germi patogeni è sostanzialmente infondato per il nostro Paese. Questo vale per i Micobatteri atipici (M. abscessus in particolare), che stanno avendo qualche rilevanza anche nella fibrosi cistica, come per altri microrganismi più comunemente implicati nelle infezioni polmonari FC. L’Italia è un paese che offre particolare sicurezza sugli acquedotti pubblici, soprattutto dal punto di vista microbiologico. Un sistema di tubature con flusso continuo garantisce la potabilità dell’acqua, controllata nei suoi nodi di rete. Pertanto, riteniamo che il ricorso alle cosiddette acque minerali (ricavate spesso dagli stessi bacini sotterranei da cui provengono le acque degli acquedotti pubblici), non sia giustificato. Le informazioni che ci fornisce l’Istituto Superiore di Sanità assicurano che in tutti i territori italiani il controllo di potabilità delle acque di acquedotto è del tutto efficiente, in base a normative molto rigorose. Invitiamo a leggere in proposito due recenti articoli di stampa assai convincenti (1,2).

Merita ricordare, come abbiamo fatto più volte nelle risposte su questo sito, che nella fibrosi cistica il problema dell’infezione polmonare è legato soprattutto alle particolari condizioni dell’albero bronchiale, difettoso nella naturale capacità di rimuovere batteri e spore fungine con cui tutti veniamo in contatto. Certamente occorre curare pulizia e igiene dell’ambiente in cui viviamo, ma senza esagerazioni più o meno tecnologiche. Certamente non è l’acqua di casa quella che dovrebbe più preoccuparci.

  1. repubblica.it
  2. repubblica.it
G. M.


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