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17 Giugno 2019

Primi dati su modelli animali circa la possibilità di curare farmacologicamente il feto affetto da FC

G. Borgo

Si sa che le anomalie dovute alla proteina CFTR difettosa si manifestano in molti organi ancora prima della nascita, anche se non sono ben conosciuti la sequenza degli eventi e i meccanismi con cui si realizzano. In quest’area di ricerca non si può fare a meno dei modelli animali per capirne di più. Animali di discrete dimensioni come il maialino e il furetto con FC mimano abbastanza bene alcune manifestazioni precoci della malattia FC, tra le quali l’insufficienza pancreatica che determina notevole difficoltà di crescita nel periodo neonatale e soprattutto l’ileo da meconio, che è molto frequente ed è causa di elevata mortalità alla nascita.

Per questo un autorevole gruppo di ricerca internazionale (1) ha pensato che la somministrazione di VX-770 per via orale alla furetta gravida potesse proteggere il feto da queste manifestazioni, migliorandone la sopravvivenza e le caratteristiche della malattia nei mesi successivi alla nascita; e allo stesso tempo permettesse di conoscere meglio l’importanza e le conseguenze del difetto di CFTR durante la vita fetale. Mediante tecniche di ingegneria genetica hanno creato: furetti affetti da FC con genotipo G551D/G551D (omozigoti G551D), perché questa mutazione di tipo gating è stata la prima trattabile nell’uomo con il potenziatore VX-770 (Kalydeco); furetti FC con una sola copia di G551D) e assenza di gene CFTR funzionante (CFTR knockout = KO) nell’altro cromosoma (genotipo G551D/KO); furetti con entrambi i geni CFTR annullati (genotipo KO/KO), in pratica privi di proteina CFTR . La gravidanza della furetta dura 42 giorni e hanno scelto di iniziare la somministrazione di VX-770 per bocca a tutti e tre i modelli di furetto circa a metà della gravidanza (al giorno 28), perché hanno visto che a quest’epoca vi è abbondante presenza di CFTR nell’intestino e nel pancreas anche nel modello fetale FC già esistente. Hanno stabilito quale fosse la dose necessaria perché il farmaco raggiungesse concentrazioni utili negli organi del feto (è una dose simile a quella associata alla massima efficacia nell’uomo).

I risultati dell’esperimento sono stati questi: i nati sono stati oltre un centinaio per ogni genotipo e hanno risentito in maniera diversa dell’effetto di Kalydeco. Riguardo all’ileo da meconio, causa di mortalità neonatale in circa l’80% dei precedenti modelli di furetti FC, lo superano e sopravvivono il 96% dei furetti G551D/ G551D, il 63% di quelli G551D/KO e solo il 22% degli KO/KO. Riguardo alle caratteristiche della malattia FC: un numero minore di furetti per ogni genotipo è stato scelto per essere trattato con Kalydeco anche nei mesi successivi alla nascita (massimo 8 mesi) e studiato in vario modo, in genere a intervalli di 1 mese. Il modello G551D/G551D presentava alla nascita normalità dell’apparato genitale (vasi deferenti ed epididimo), pancreas esocrino ed endocrino funzionante (effettuato dosaggio dell’elastasi fecale e curva di tolleranza al glucosio), crescita molto buona, modesti segni di patologia polmonare (studi attraverso TAC polmonare, broncoscopia, biopsie, indagini istologiche): pochi batteri, rari tappi mucosi, scarsi segni d’infiammazione. Per contro, nessun effetto terapeutico di VX-770 si è manifestato nei neonati con proteina CFTR del tutto assente (genotipo KO/KO), mentre si sono manifestati effetti parziali in quelli con G551D/KO: nonostante una crescita migliore rispetto al genotipo KO/KO, il pancreas era insufficiente nella maggior parte dei feti (ma non in tutti), l’apparato genitale aveva le anomalie tipiche FC e così pure il polmone (anche se minori rispetto al KO/KO).

La spiegazione offerta dagli autori è che nel feto G551D/G551D il farmaco trova proteina sufficiente su cui agire: infatti agisce come potenziatore sul difetto di apertura (gating) della proteina che è collocata sulla membrana e non trova abbastanza CFTR su cui intervenire nel modello G551D/KO e per niente in quello KO/KO.

La controprova che l’effetto protettivo molto brillante, ottenuto nei feti G551D/G551D, è legato alla somministrazione del VX-770, è che, dopo 8 mesi di somministrazione il farmaco è stato gradualmente dismesso e puntualmente si sono manifestati segni conclamati di malattia a livello pancreatico e polmonare.

Rimangono aperte questioni fondamentali che presuppongono studi impraticabili nella donna gravida e che l’indispensabile utilizzo di modelli animali permetterà di chiarire. Una di tali questioni è quale sia l’epoca in cui il difetto di CFTR determina un danno irreversibile agli organi e quindi di conseguenza quale la “finestra” utile per la somministrazione del farmaco; e un’altra, quanto a lungo permanga nel corso della vita post-uterina il vantaggio della somministrazione fetale. Inoltre, probabilmente perché lo scopo dello studio era dimostrare l’efficacia di Kalydeco, non è stata presa in esame l’eventuale tossicità del farmaco: quindi non si fa cenno ad aborti o eventuali anomalie fetali, nonostante la numerosità delle gravidanze studiate sia notevole; né sono stati esaminati organi bersaglio di tossicità farmacologica come fegato e rene, né a livello fetale né postnatale. Però, nel complesso, lo studio suggerisce che un intervento farmacologico per trattare la malattia FC a livello fetale potrebbe essere possibile e che merita quindi continuare la ricerca a questo livello.

1) Sun X, Yi Y, Yan Z, Rosen BH, Liang B, Winter MC et all. In utero and postnatal VX-770 administration rescues multiorgan disease in a ferret model of cystic fibrosis. SciTransl Med. 2019 Mar 27;11(485).