Sei in Home . La Ricerca . Progressi di ricerca . Sintomi intestinali in FC e presenza dei batteri Helicobacter pylori e Clostridium difficile

17 Aprile 2007

Sintomi intestinali in FC e presenza dei batteri Helicobacter pylori e Clostridium difficile

17/04/2007 - G. Borgo

I malati FC soffrono spesso di dolori addominali: la causa più frequente è data da episodi di ostruzione intestinale, ma talvolta la ragione dei sintomi rimane sconosciuta. In questa ricerca viene presa in esame l’importanza di due batteri che possono colonizzare l’apparato gastrointestinale FC e il loro ruolo rispetto ai sintomi. L’Helicobacter pylori è un batterio patogeno che nella popolazione generale causa gastriti, gastroduodeniti e ulcera gastrica. Studi recenti indicherebbero che esso è presente nei malati FC con frequenza superiore alla popolazione generale, ma altri hanno messo in dubbio questo dato, segnalando che l’indagine che accerta la presenza dell’Helicobacter in realtà può dare falsi risultati dovuti alla possibilità di una reazione crociata con altri tipi di germi, incluso lo Pseudomonas aeruginosa. Il Clostridium difficile è un germe che, attraverso la produzione di particolari tossine, provoca una grave infezione intestinale conosciuta con il nome di “colite pseudomembranosa”; è anche considerato il più frequente batterio responsabile delle diarree che si contraggono in reparti ospedalieri o che si manifestano nei malati trattati con prolungate terapie antibiotiche. La sua caratteristica è quella di sopravvivere agli antibiotici o ad altre condizioni ambientali sfavorevoli trasformandosi in forma di spora. Nel malato FC il Clostridium può essere presente senza provocare sintomi (si dice che il malato è un “portatore asintomatico” di Clostridium ) oppure provocare appunto un’infezione grave come la colite pseudomembranosa.

Questo studio (1) ha indagato la presenza di Helicobacter pylori e Clostridium difficile in 30 malati FC, 16 di età maggiore di 12 anni e 14 di età inferiore (nell’insieme da 1 a 44 anni) e in 30 soggetti controllo, del tutto simili per età, regione geografica e stato socio-economico ai soggetti FC (erano volontari sani reclutati attraverso un annuncio sulla stampa). Da notare che 19 dei 30 soggetti con FC erano in trattamento antibiotico continuo all’epoca dello studio; che 12 su 30 soffrivano di episodi di ostruzione intestinale ricorrente (DIOS = Distal Intestinal Obstructive Syndrome) e che di tutti e 30 è stato indagato lo stato di sufficienza o insufficienza pancreatica e il tipo di mutazioni del gene CFTR presenti nel genotipo. Tutto questo per accertare eventuali correlazioni con la presenza dei germi in studio. In entrambi i gruppi, malati FC e controlli sani, la ricerca dell’Helicobacter è stata fatta, con un nuovo test altamente sensibile e specifico, misurando gli anticorpi anti- Helicobacter eventualmente presenti nelle feci e nel sangue, e quella del Clostridium misurando gli anticorpi contro le tossine che il Clostridium produce (CD Tox A e ToxA/B), eventualmente presenti nelle feci.

I risultati sono stati questi: nei soggetti FC con meno di 12 anni la prevalenza di Helicobacter è inferiore a quella dei controlli (6% rispetto a 20%); e lo stesso in quelli più vecchi (29% rispetto al 40%); ma le differenze non hanno valore statisticamente significativo. Quello che è interessante è che nessun malato FC con dolori addomnali ricorrenti aveva infezione da Helicobacter. Per quanto riguarda il Clostridium, nessuno dei controlli aveva anticorpi antitossine CD (=Clostridium) nelle feci, mentre quasi la metà (14 su 30) dei soggetti FC li avevano. Però la presenza di anticorpi antitossine CD nei soggetti FC non era in chiara relazione con l’uso continuo di antibiotici né con la ricorrenza di dolori addominali.

La casistica della ricerca è troppo piccola per trarne conclusioni di rilievo, però alcune osservazioni sono interessanti e andrebbero confermate su grandi numeri: l’Helicobacter difficilmente entra in causa nei sintomi gastrointestinali FC, data la sua bassa frequenza; e la bassa frequenza può essere messa in relazione con una secreziona gastrica che ha caratteristiche diverse dal normale oppure con l’uso degli antibiotici (specie i macrolidi) che ostacolano la crescita dell’Helicobacter (c’è tendenza ad una correlazione fra l’assenza del batterio e l’uso continuato di antibiotici, anche se non raggiunge significatività statistica, data la scarsa numerosità della casistica).

Per quanto riguarda il Clostridium, il dato della sua elevata presenza nei soggetti FC è in linea con i risultati di precedenti ricerche: anche qui probabilmente l’uso degli antibiotici gioca il suo effetto, pur non raggiungendo significatività statistica, solo che si ipotizza che questo uso porti ad un risultato opposto a quello che si ottiene per Helicobacter. Con gli antibiotici frequenti Helicobacter viene eliminato, Clostridium difficile invece sopravvive e si seleziona rispetto agli altri germi intestinali. Ecco la ragione per cui i soggetti FC sono facilmente “colonizzati” dal Clostridium: e gli autori della ricerca ipotizzano che la colonizzazione induca una risposta immunologica che li protegge dall’effetto delle tossine che provocano diarrea. Oppure che le cellule della parete dell’intestino FC siano prive dei recettori che legano le tossine. Per cui i soggetti FC sono spesso “portatori sani” di Clostridium e, rispetto all’elevato numero di portatori, la grave complicanza della colite pseudomembranosa sembra essere un’evenienza abbastanza rara.

1) Yahav J et all “Helicobacter pylori and Clostridium difficile in Cystic Fibrosis patients” Dig Dis Sci 2006; 51: 2274-2279