Sei in Home . La Ricerca . Risultati dei progetti . FFC #13/2003 – Aspetti biochimici e fisiopatologici della membrana plasmatica delle cellule epiteliali bronchiali umane che esprimono la mutazione DF508 prima e dopo supplementazione di acido folico metilato e vitamina B12

Risultato Progetto: FFC#13/2003
Aspetti biochimici e fisiopatologici della membrana plasmatica delle cellule epiteliali bronchiali umane che esprimono la mutazione DF508 prima e dopo supplementazione di acido folico metilato e vitamina B12

Biochemical and physiopathological aspects of plasma membrane of human bronchial epithelial cells expressing deltaf508 mutation before and after supplementation of methylated folic acid and vitamin b12

E' uno studio pilota che intende testare la possibilità che l'acido folico, già impiegato con efficacia in altre malattie che interessano la membrana cellulare, possa in qualche modo giovare a ricostituire i delicati equilibri delle membrane cellulari epiteliali, compromessi nella fibrosi cistica.

Dati del Progetto

Responsabile
L. M. Barbara (Medicina interna - Policlinico G.B. Rossi, Verona)
Categoria/e
Durata
1 anno
Finanziamento totale
8.000 €
Adozione raggiunta
8.000 €
Obiettivi
E’ uno studio pilota che intende testare la possibilità che l’acido folico, già impiegato con efficacia in altre malattie...

Risultati

Le cellule di pazienti con fibrosi cistica trasportano anomale quantità di sali e acqua attraverso la membrana cellulare. I fosfolipidi sono componenti fondamentali delle membrane cellulari. Modifiche quantitative e/o qualitative dei fosfolipidi possono indurre importanti cambiamenti funzionali nella cellula. Un lavoro recente ha dimostrato che i fosfolipidi metilati sono in grado di aumentare l’espressione di CFTR in cellule che sono omozigoti DF508. Dal momento che l’acido folico è il donatore principale di gruppi metilici, abbiamo ricercato eventuali effetti di questa vitamina in colture di cellule bronchiali umane che esprimono la mutazione DF508. I primi risultati non hanno evidenziato modifiche nel trasporto di sali da parte delle cellule trattate, forse per la presenza di sostanze nel terreno di coltura che hanno inferito con l’esperimento. Riteniamo pertanto che sia necessario rivalutare alcune condizioni dell’esperimento, anche alla luce di questi risultati preliminari, per poter esprimere un parere definitivo sulle possibilità di impiego di questa vitamina nella fibrosi cistica.