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21 Aprile 2005

Enzimi pancreatici alla fine del pasto

Autore: Manuela
Domanda

Mando mio figlio alla scuola materna, e visto che la maestra non si prende la responsabilità di dargli gli enzimi mentre mangia (soprattutto per le dosi), vado io quando ha quasi finito di mangiare a darglieli. Vorrei sapere se perdono l’efficacia. Grazie

Risposta

Normalmente, con un pancreas che funzioni regolarmente, gli enzimi secreti dal pancreas si mescolano in continuazione con il cibo pretrattato dai succhi gastrici che affluisce all’intestino tenue (chimo). Questo apporto di enzimi, con mescolamento continuativo, assicura un effetto digestivo ottimale. Quando il pancreas non funziona, cerchiamo di supplire alla sua funzione somministrando enzimi pancreatici preparati industrialmente e cercando di imitare al massimo il processo naturale, frazionando la somministrazione degli enzimi durante l’assunzione dei pasti. Naturalmente non possiamo complicare la vita del paziente oltre ad un certo limite, per cui di solito limitiamo il frazionamento a 2-3 somministrazioni nel corso del pasto (inizio-metà-fine), con risultati sulla digestione complessivamente accettabili. In realtà, lo stomaco non si svuota immediatamente dopo ogni boccone ma il cibo vi rimane per qualche tempo, affinché esso possa essere rimescolato e predigerito: questo consente che gli enzimi che noi somministriamo possano pure miscelarsi in qualche misura con il cibo (le microsfere che li contengono non si scioglieranno nello stomaco ma solo successivamente nell’ambiente non acido dell’intestino).

Non esistono norme precise per l’assunzione degli enzimi, ma le raccomandazioni più correnti sono per almeno due somministrazioni, all’inizio e metà pasto. Se si accetta una sola somministrazione è meglio farla all’inizio del pasto piuttosto che alla fine. Somministrando solo alla fine c’è infatti il rischio che una parte del contenuto gastrico sia già scesa nell’intestino senza essersi mescolata con gli enzimi.

Vorremo peraltro permetterci una osservazione riguardante l’insegnante. Vi sono molti insegnanti di scuola materna che collaborano alla somministrazione di farmaci. Si tratta di motivarli, informarli, istruirli. Nel caso degli estratti pancreatici, il rischio di sbagliare dosi è limitato e comunque somministrare talvolta una capsula in più o in meno non comporta particolari problemi.

Occorre che qualcuno (genitori, medico, infermiere) dia informazioni all’insegnante e la rassicuri.

G. Borgo


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