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25 Febbraio 2020

Epidemia da Coronavirus e fibrosi cistica

Autore: Antonio, Giorgia
Domanda

Prima domanda

Salve. Volevo delle informazioni, se possibile, data la rapida diffusione in Italia di Coronavirus.
Quanto è ancora più letale CoViD-19 per una persona affetta da FC? Ovviamente credo che la situazione vari da persona a persona, ma questa è una domanda che mi sto ponendo appena ho saputo dell’esistenza di questo nuovo virus, e che in questi due giorni, mi tormenta. Non ho trovato nulla a riguardo.

Seconda domanda

Buongiorno, sono residente a Milano e ho una figlia di 4 anni e 1/2 con FC F205D+W1282X. In merito all’allarme nato per il Coronavirus in questi giorni in Lombardia, ci si chiede se questi bambini necessitano di protezioni particolari/ altro, considerando che noi genitori non abbiamo potuto interrompere le attività lavorative e passiamo sostanzialmente le giornata fuori casa.
Grazie mille, cordiali Saluti

Risposta

La prima domanda pone la questione di quanto sia più dannosa che in altre persone l’infezione da Coronavirus (Covd-19) nelle persone con fibrosi cistica.

Non possiamo dire molto sul piano epidemiologico per quanto riguarda i malati FC, anche perché al momento non abbiamo nozione di persone con FC contagiate da questo virus: nel caso che l’epidemia si estenda, potremmo ovviamente farci un’idea sullo specifico solo quando avremo a disposizione dati su più pazienti e sugli esiti della loro eventuale infezione virale.

Al momento, possiamo fare solo delle considerazioni generali. Come noto, le infezioni virali in generale sono molto diffuse nel mondo e le persone con FC sono soggette a contrarle come tutte le altre persone. Si ritiene che i virus, particolarmente quelli respiratori (tipicamente il virus influenzale), nei malati FC aprano la strada all’infezione batterica, che può diventare cronica, o favoriscano l’esacerbazione di una infezione batterica già cronica. È anche possibile che alcuni virus di tipo respiratorio abbiano un’azione dannosa direttamente sul polmone FC, ma al momento non vi sono chiare evidenze su questo. Il coronavirus è un virus che colpisce le cellule respiratorie, inducendo una risposta infiammatoria più o meno importante: la più importante è data da una polmonite interstiziale. Dai dati epidemiologici di questi giorni sappiamo che questo virus riesce a portare a questo tipo di polmonite le persone che hanno già una compromissione generale, specialmente se vi è già un danno respiratorio e specialmente se hanno un’età molto avanzata. Sono in gioco non solo i danni d’organo già presenti ma soprattutto lo stato delle difese, che nell’anziano o nel malato debilitato sono notoriamente depresse. Pertanto dobbiamo assumere prudenzialmente che una persona con FC, particolarmente se con danni polmonari avanzati, possa essere più suscettibile di altre alla virulenza di Coronavirus, anche se sappiamo che dispone in generale di buone difese immunitarie, che potrebbero avere una valenza non secondaria nella reazione al virus.

Inoltre, andrebbe osservato che questa sindrome da Covd-19 assomiglia molto all’infezione da virus influenzali, che oggi viene sufficientemente controllata dallo specifico vaccino polivalente, anche nelle persone con FC, che con quest’ultimo vengono abitualmente trattate, come le persone anziane. Questa può essere la ragione di una relativa maggiore aggressività di Covd-19 rispetto ai virus influenzali, non potendo disporre al momento di uno specifico vaccino.

Queste premesse portano a suggerire che le persone con FC dovrebbero intensificare le iniziative di protezione igienica, che peraltro non sono molto diverse da quelle che le stesse attuano abitualmente né sono diverse da quelle raccomandate in questi giorni per tutte le persone che risiedono in aree in cui la possibilità di contagio è aumentata. A tal proposito ci sembrano esaurienti e fatte molto bene le linee guida suggerite dal Ministero della Salute (1), che suggeriamo di leggere attentamente. Vorremmo sottolineare l’assoluta importanza di evitare assembramenti e contatti ravvicinati con altre persone, specie in ambienti chiusi. Chi lavora fuori casa può considerare la possibilità di concordare con il datore di lavoro un’attività a domicilio.

1) Informazioni e linee guida del Ministero della Salute sull’epidemia da Covd-19, salute.gov.it

G. M.


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