Effettivamente la tendenza ad ostruzioni intestinali è caratteristica della fibrosi cistica: il 10-15% dei malati CF si presenta già alla nascita con una tipica importante occlusione dell'ultima parte dell'intestino tenue (l'ileo); questi stessi bambini sono più propensi in seguito a ostruzioni sempre dell'ultimo tratto, ma anche altri soggetti, a qualunque età, possono avere queste situazioni chiamate di "impatto fecale" o meglio di "ostruzione intestinale distale (o DIOS)". La causa è la tipica disidratazione/densità del muco intestinale, accompagnata da una non completa digestione del contenuto alimentare. Le briglie aderenziali che si possono avere nell'operato per ileo da meconio possono favorire la condizione ostruttiva. Un fattore fortemente favorente è la scarsa igiene intestinale: il rinviare la defecazione quando se ne sente il bisogno (questo disidrata il contenuto intestinale).
Tuttavia, queste situazioni, seppur frequenti, non sempre sono così drammatiche come descritte nella domanda e solo in casi molto eccezionali può essere richiesto un intervento chirurgico. Sono comunque situazioni ben trattabili. Non vi sono esami da fare periodicamente per controllare e prevenire le situazioni ostruttive: l'ecografia addominale o una semplice radiografia possono essere di qualche utilità (ma non obbligatori) quando vi è un quadro clinico evidente. Questo è dato dai dolori addominali, localizzati particolarmente al basso addome di destra (la cosiddetta fossa iliaca destra), perché è lì che termina l'ileo e lì c'è l'impatto, talora vomito, spesso riduzione o arresto della defecazione. Il quadro può essere acuto, quasi mai però improvviso, più frequentemente ha un lungo periodo di gestazione, caratterizzato da dolori addominali variabili, stitichezza, diminuzione di appetito. Il medico apprezza alla palpazione una massa pastosa più o meno dolente alla palpazione profonda nella fossa iliaca di destra (la stessa sede dell'appendicite, con la quale il quadro potrebbe confondersi: alcuni pazienti in passato sono stati operati di appendicite quando si trattava invece di impatto fecale).
Il trattamento è quasi sempre medico: si inizia con abbondanti clisteri evacuativi e se non vi è risposta si ricorre alla somministrazione per bocca di abbondanti quantità di soluzioni "osmotiche", che hanno lo scopo di idratare il contenuto intestinale. In rari casi resistenti a questi trattamenti si introduce un sondino attraverso il naso e lo si fa giungere fino all'intestino tenue: vi si introducono ripetutamente sostanze fluidificanti (fluimucil), soluzioni osmotiche (gastrografin), enzimi pancreatici, fino alla risoluzione dell'impatto.
La prevenzione di questi eventi si basa su accorgimenti e comportamenti abituali di buona igiene intestinale: la corretta e costante somministrazione di enzimi pancreatici; un'alimentazione ricca di fibre (verdure, frutta, polenta), con riduzione dei cibi secchi; educarsi a scaricare l'intestino appena si avverte il bisogno, senza rinviare.