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18 Agosto 2005

Disinfettanti per Pseudomonas aeruginosa

Autore: Christian Vianello
Domanda

Sono un infermiere che lavora in un reparto di oncologia e abbiamo già avuto 3 casi di P. aeruginosa che poi sono andati male. Ciò che desidero sapere è, vista la forza di questo batterio, quale tipo di disinfettante può essere usato per eliminarlo

Risposta

La prevenzione delle infezioni nosocomiali da P.aeruginosa (PA) in reparti che ospitano persone con compromissione delle difese immunitarie o in condizioni critiche (oncologie, terapie intensive, reparti per ustionati, centri fibrosi cistica) dipende da molti fattori, tra cui: la rigorosa osservanza delle misure di precauzione generale e di quelle specifiche per i diversi tipi di patogeni trasmissibili (1); il mantenimento di una rigorosa asepsi nel manipolare gli accessi vascolari, nella preparazione dei farmaci parenterali e nell’eseguire manovre invasive; una igiene accurata e ripetuta delle mani degli operatori con lavaggio tradizionale o con gel a base di alcool (2) e un uso corretto dei guanti; l’individuazione e l’eliminazione dei potenziali reservoir ospedalieri di P.aeruginosa (scarichi dei lavandini, saponette o contenitori di sapone liquido, umidificatori e gorgogliatori non monouso, flaconi di farmaci e soluzioni multiuso). La disinfezione è un importante elemento che si accompagna a quelli sopra elencati nel prevenire le infezioni da P.aeruginosa nei reparti “a rischio”.

Mentre per gli oggetti critici e semicritici in questi ambiti clinici sono indicati la sterilizzazione o l’utilizzo di materiale monouso, la disinfezione è una misura che concerne gli articoli non critici e le superfici ambientali. E’ stata autorevolmente sottolineata, recentemente, l’importanza della disinfezione routinaria delle superfici negli ambienti sanitari (3). In particolare, le linee guida del CDC sul controllo ambientale delle infezioni negli ambienti sanitari, a proposito della P.aeruginosa, sottolineano l’importanza di disinfettare scarichi dei lavandini, vasche e docce usate dai pazienti (4). Per quanto concerne i disinfettanti da utilizzare, le raccomandazioni provenienti dalle Linee guida esistenti sono più elusive che in altri campi -forse più di quanto ci si aspetterebbe- a causa di una generale scarsità di studi sperimentali di efficacia dei disinfettanti sui vari microrganismi applicati ai vari substrati esistenti nei reparti clinici. In generale, per intervenire efficacemente su batteri vegetativi -quali P.aeruginosa- viene raccomandata una disinfezione di livello intermedio, per ottenere la quale sono indicati i disinfettanti a base di cloro, gli alcoli e alcuni fenoli. (4,5). Le indicazioni ricavabili anche da linee guida specifiche per la fibrosi cistica -patologia in cui PA è un rilevante patogeno- si concentrano e sembrano concordare principalmente sulla opportunità di utilizzare per la disinfezione i cloroderivati e gli alcoli (6-8)

I disinfettanti a base di cloro hanno una forte azione battericida verso P.aeruginosa. Usati a concentrazioni da 500 a 1000 ppm di cloro (ad esempio, Amuchina MED ha una concentrazione di 550 ppm) determinano una disinfezione di livello intermedio con una esposizione di 10 minuti e di alto livello con una esposizione di 20 minuti. Tra i limiti di questi disinfettanti, sono rilevanti la loro capacità corrosiva verso i metalli ed il fatto di essere inattivati dalla presenza di materiale biologico (da cui la necessità di far precedere, dove possibile, un accurato lavaggio con detergenti prima del trattamento disinfettante) .

L’alcol etilico e l’alcol isopropilico al 70%, determinano una disinfezione di livello intermedio con una esposizione di 10 minuti.

I cloroderivati sono i disinfettanti più usati per la disinfezione delle superfici (superfici orizzontali e verticali, pavimenti, bagni, sifoni dei lavandini ecc.) nei Centri di cura italiani per la fibrosi cistica (9)

1- Garner JS. Guideline for isolation precautions in hospitals. The Hospital Infection Control Practices Advisory Committee. Infect Control Hosp Epidemiol 1996;17:53-80.

2- Boyce JM, Pittet D. Guideline for Hand Hygiene in Health-Care Settings. Recommendations of the Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee and the HICPAC/SHEA/ APIC/IDSA Hand Hygiene Task Force.. MMWR Recomm Rep 2002;51:1-45.

3- Rutala WA, Weber DJ.The benefits of surface disinfection. Am J Infect Control. 2004 Jun;32(4):226-31

4- Sehulster LM, Chinn RYW, Arduino MJ, Carpenter J, Donlan R, Ashford D, Besser R, Fields B, McNeil MM, Whitney C, Wong S, Juranek D, Cleveland J. Guidelines for environmental infection control in health-care facilities. Recommendations from CDC and the Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC). Chicago IL; American Society for Healthcare Engineering/American Hospital Association; 2004.

5- Rutala WA. APIC Guideline for selection and use of disinfectants. Am J Infect Control. 1996; 24: 3131-342.

6- Saiman L, Siegel J. Infection control recommendations for patients with cystic fibrosis: Microbiology, important pathogens, and infection control practices to prevent patient-to-patient transmission. American Journal of Infection Control 2003; 31: S1-S62.

7- Branger B, Ravilly S, Houzard S. Recommandations pour la prévention de l’acquisition et de la transmission des germes respiratoires dans la Mucoviscidose. Vaincre la Mucoviscidose. Paris, 2004.

8- Doring G, Hoiby N. Early intervention and prevention of lung disease in cystic fibrosis: a European consensus. J of Cystic Fibrosis 2004; 3: 67-91.

9- Festini F, Ballarin S, Loganes C, Codamo T, Doro R, Adamo A, et al. Prevention and control of respiratory tract infections in the network of Italian Centers for Cystic Fibrosis. Assist Inferm Ric. 2004 Jan-Mar;23(1):14-20.

Dott. Filippo Festini, Infermiere Coordinatore,
Centro Regionale Toscano per la Fibrosi Cistica, Firenze


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