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13 Febbraio 2012

Intolleranza al glucosio, diabete ed emoglobina glicosilata

Autore: Vale
Argomenti:
Domanda

Buonasera, ho appreso nell’ultimo controllo in day hospital che la mia bambina, 8 anni e mezzo, omozigote DF508 in buone condizioni di salute, con crescita ottimale e un batterio presente nell’aspirato (Achromobacter xylosoxidans), presenta un valore di 5,7% nell’emoglobina glicosilata. Preoccupata, ho letto che si considera un paziente prediabetico quando questo valore è al 6% e che è diabete conclamato intorno al 7,5%, se non erro. Vorrei sapere se questo valore che so essere la risultante dei picchi di glicemia in un relativo lungo periodo di tempo può oscillare in alto e in basso oppure è in ogni caso predittivo di imminente diabete e che differenza c’è fra “intollerante” e “diabetico” grazie.

 

Risposta

La differenza fra “Intolleranza al glucosio” e “Diabete” è data dai valori di glicemia che si riscontrano con un test chiamato curva da carico di glucosio. Riportiamo sotto quanto scritto nel libretto “Fibrosi Cistica: parliamone insieme. L’adolescenza“, pag 99 (1):

“Intolleranza al glucosio e diabete”

L’intolleranza al glucosio è una condizione di elevazione del glucosio nel sangue: la glicemia supera i valori normali, ma non è più elevata di un certo limite (180 mg/100 ml) due ore dopo l’assunzione di una dose standard di glucosio, e non si accompagna a perdita di glucosio con le urine. Nel diabete invece la glicemia supera la soglia dei 180 mg/100 ml, dopo la dose standard di glucosio, e può comparire glucosio nelle urine. Il diabete manifesto viene trattato con insulina. L’insorgenza di diabete in FC è in genere subdola: non dà segni di sé inizialmente. Per diagnosticare precocemente sia l’intolleranza al glucosio che il diabete, nei centri FC si usa fare, almeno ogni 2 anni a partire dall’età di 10 anni, appunto un “test di tolleranza al glucosio”. Questo consiste nel far prendere per bocca una quantità standard di glucosio, e nel misurare la glicemia più volte nel tempo: prima del carico e dopo 30, 60, 120 minuti dal carico (o soltanto prima e dopo 120′)”.

Circa l’emoglobina glicata o glicosilata, ricordiamo che nel sangue l’emoglobina entra in contatto con molecole di glucosio e vi si lega (processo di “glicosilazione”). Tanto più c’è glucosio nel sangue, tanto più è facile che una quota di emoglobina si leghi al glucosio (nel caso della domanda, il 5,7% dell’emoglobina totale è un valore del tutto normale) e che questo legame duri per tutto l’arco di tempo nel quale rimane in vita il globulo rosso che contiene l’emoglobina stessa (circa 120 giorni). Per questa ragione l’emoglobina glicosilata viene anche definita la “spia” che indica quali sono stati i valori delle glicemie nel periodo precedente il controllo. A grandi linee (ma i dati possono variare a seconda delle metodologie di analisi utilizzate), ad un 6% di emoglobina glicosilata corrisponde una glicemia media di 120 mg/ml; ad un 7% una media di 150 mg/ml e così via, con un aumento di un punto percentuale di per ogni 30 mg per ml di glicemia. E’ importante sapere che in FC l’emoglobina glicosilata viene usata soprattutto come indicatore del compenso glicemico quando il soggetto ha una condizione di diabete che richiede terapia insulinica e si vuole conoscere l’aderenza alla terapia nel periodo precedente la visita o il controllo: ecco che il valore dell’emoglobina glicosilata dà informazioni attendibili che possono essere anche in contrasto con quanto riferito dal paziente stesso. L’emoglobina glicosilata non è molto precisa quando usata per individuare precocemente eventuali alterazioni del metabolismo glucidico (1): a questo scopo, qualora ci sia il sospetto sia d’intolleranza che di diabete (calo di peso, infezioni respiratorie ricorrenti) il test da eseguire, a qualsiasi età, è la curva da carico di glucosio oppure, più semplicemente, un “profilo glicemico” (monitoraggio delle glicemie a digiuno e a due ore dal pasto, a tutti i pasti, almeno per un giorno o due).

1. Desmeules P, Cousineau J, Allard P. “Biological variation of glycated haemoglobin in a paediatric population and its application to calculation of significant change between results.”Ann Clin Biochem. 2010 Jan;47(Pt 1):35-8. Epub 2009 Nov 25.

 

G. Borgo


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