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7 Marzo 2010

Omeprazolo e suoi analoghi per ridurre l’acidità dello stomaco

Autore: Gabri
Domanda

Salve, diversi studi confermano una maggiore efficacia a breve e lungo termine dell’esomeprazolo, enantiomero-S del principio attivo omeprazolo, rispetto ai primi inibitori di pompa protonica (PPI), come l’omeprazolo. L’utilizzo di PPI, in pazienti FC -corregetemi se sbaglio- facilita l’azione degli enzimi pancreatici e contemporaneamente contribuisce a proteggere la mucosa gastrica da eventuali danni iatrogeni. L’impiego di un inibitore più potente potrebbe creare un ambiente gastrico troppo basico, tale da ridurre l’attività degli enzimi? E nel caso in cui il paziente FC riferisse pirosi gastrica associata a rigurgito e dolore epigastrico, cosa è preferibile usare, omeprazolo, pantoprazolo o esomeprazolo? Il trattamento deve essere continuativo? Quali sono i dosaggi più appropriati da somministrare durante ciclo antibiotico e.v. e per os? In attesa di una risposta Vi ringrazio per l’attenzione e Vi invio i miei più cordiali saluti.

Risposta

L’esomeprazolo è il più recente dei farmaci “inibitori della pompa protonica”, il cui capostipite è l’omeprazolo: altri sono il lanzoprazolo, il pantoprazolo, il rabeprazolo. Cosa sono e quando si usano questi farmaci? Sono farmaci che riducono la secrezione di ioni idrogeno nel succo gastrico e pertanto ne riducono l’acidità. Sono impiegati soprattutto per curare l’ulcera gastrica, per proteggere la mucosa dell’esofago dai rigurgiti acidi nella sindrome da reflusso gastro-esofageo e per proteggere la mucosa gastrica dal possibile danno causato da farmaci antinfiammatori, compreso il cortisone. Nella fibrosi cistica sono impiegati, al pari della ranitidina (un farmaco che inibisce la secrezione acida con altro meccanismo), anche per facilitare l’azione degli enzimi pancreatici: riducendo l’acidità del succo gastrico consentono di ottenere nell’intestino tenue un ambiente meno acido e pertanto più favorevole sia alla liberazione degli enzimi dai granuli che li proteggono contro l’acidità sia all’attività dell’enzima lipasi (che si inattiva in ambiente troppo acido) (1).

Non vi è sostanziale differenza nell’efficacia terapeutica tra i vari farmaci inibitori della pompa protonica (PPI) (2), anche se l’esomeprazolo sembrerebbe avere una farmacocinetica migliore.

La scelta del farmaco dovrebbe essere pertanto fatta sulla base del rapporto costo-beneficio (2).

Il trattamento in genere viene fatto per tempi protratti e viene interrotto su valutazione del centro di cura quando ne venga meno l’indicazione. Circa i dosaggi, conviene riferirsi sempre al centro di cura.

1. Francisco MP, et al. Ranitidine and omeprazole as adjuvant therapy to pancrealipase to improbe fat absorption in patients with cystic fibrosis. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2002;35:79-83

2. Xue-Qing Li et al. Comparison of inhibitory effects of the proton pump-inhibiting drugs

omeprazole, esomeprazole, lansoprazole, pantoprazole and rabeprazole on human

cytochrome P450 activities. Drugs Activities and Disposition 2004: 32; 821-827.

G.M.


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