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23 Marzo 2015

Trasmissione batterica negli incontri tra pazienti FC in ambienti esterni

Autore: Mirko
Domanda

Salve, ho letto diverse risposte sull’argomento dei contatti/incontri tra pazienti FC, ma ho anche constatato delle discrepanze sulle precauzioni da adottare riguardo gli incontri extraospedalieri tra pazienti. Nello specifico, per evitare la trasmissione di Pseudomonas. Io ed una mia amica (FC anche lei) ci siamo incontrati un pomeriggio ma poi parlando sono sorti alcuni dubbi. Nella realtà esistono centri in cui sono più “permissivi” e che raccomandano l’uso della mascherina solo in ambienti chiusi e la distanza di circa un metro da tenere all’aperto, in altri centri invece si richiede l’uso della mascherina anche all’aria aperta e tre metri di distanza tra un paziente e l’altro (magari dipende dai singoli medici o direttori…). Vorrei sapere quali sono le norme di comportamento da seguire all’aperto, cioè: a quale distanza si dovrebbe stare con o senza mascherina e quanto si rischia ad avere un contatto fisico con mascherina e mani disinfettate (tipo un abbraccio o toccare i vestiti dell’altro). Grazie

Risposta

In effetti non vi sono regole precise per prevenire la trasmissione batterica tra persone che colonizzano nell’albero respiratorio germi patogeni.

Vi sono raccomandazioni molto strette per la frequentazione di ambienti ospedalieri, particolarmente i centri fibrosi cistica. Si trovano parecchie informazioni su questo sito: cercare con le parole chiave “Trasmissione batterica”.

Negli ambienti esterni si ritiene in genere che il rigore dei contatti tra pazienti possa essere un po’ attenuato. Tuttavia è bene sapere che la distanza di un metro tra pazienti potenzialmente trasmettitori (e che magari tossiscono) non è abbastanza sicura da questo punto di vista (1). Nelle raccomandazioni della CF Foundation americana la distanza di sicurezza viene indicata in 2 metri (2), in aggiunta a due indicazioni: lavarsi le mani regolarmente con sapone o con una soluzione alcoolica; coprire la tosse con un fazzoletto di carta, gettarlo e lavarsi le mani. Ma anche l’impiego della mascherina facciale va considerato, specie quando i contatti sono prolungati, specie in incontri di gruppo.

Vi è dibattito su questo tema in relazione alla politica di limitare la partecipazione di persone con FC agli incontri in occasione di convegni: c’è chi incoraggia ad essere meno rigorosi perché il rischio di trasmissione di infezioni è da considerarsi molto basso in queste occasioni (3), c’è invece chi invita ad essere molto prudenti (4).

Questo problema va affrontato anche sulla base di un ragionevole buon senso, come abbiamo spesso rammentato su questo sito. Il rischio di trasmettere batteri patogeni dipende non solo dalla distanza tra potenziali trasmettitori ma anche dalla durata della vicinanza tra loro, dalla ripetizione dei contatti/incontri, dalla modalità con cui avviene il contatto (anche i vestiti hanno importanza, ma non non per un brevissimo contatto), dal fatto che i trasmettitori tossiscano abitualmente o meno. In sostanza, la trasmissione, perché avvenga, ha bisogno che vi sia abbastanza carica batterica e abbastanza prolungata tra persone e tra cose (es. vestiti).

1. Festini F, Taccetti G, Galici V, et al. A 1-m distance is not safe for children with cystic fibrosis at risk for cross-infection withPseudomonas aeruginosa. Am J Infect Control. 2010;38(3):244-245. [CrossRef]

2. www.cff.org/aboutCFFoundation/InfectionPreventionControlPolicy/ 22 luglio 2014
3. Steven L. Shepherd, MPH; Eric J. Goodrich, MD; Julie Desch, MD; Paul M. Quinton, PhD Counterpoint: Does the Risk of Cross Infection Warrant Exclusion of Adults with Cystic Fibrosis from Cystic Fibrosis Foundation Events? Chest. 2014;145(4):680-683. doi:10.1378/chest.13-2406
4. Point: Does the Risk of Cross Infection Warrant Exclusion of Adults With Cystic Fibrosis From Cystic Fibrosis Foundation Events? Yes (Chest. 2014;145(4):678-680.).

G. M.


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