Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Fecondazione assistita in fibrosi cistica

13 Giugno 2006

Fecondazione assistita in fibrosi cistica

Autore: Vera
Domanda

Buongiorno,

sono una ragazza di 30 anni affetta da fc. A settembre mi sottoporrò a un ciclo di Fivet, dopo la ricerca vana di una gravidanza durata più di due anni.

Le cause di infertilità riguardano, pare, le ovaie policistiche e una tuba probabilmente chiusa. Mio marito non presenta problemi.

Il ginecologo che mi seguirà mi ha avvertito che le mie ovaie policistiche potrebbero non rispondere alla stimolazione ormonale e dovrei dire addio al sogno di un figlio. Anche la gravidanza sarebbe a rischio. Ci sono più probabilità di aborto spontaneo con la fc?

Ho letto qui di casi di donne con fc sottoposte a pma in America e Europa, ma mai in Italia. Sapete di casi precedenti? Secondo voi ho speranze (nei limiti della vostra esperienza, non conoscendo il mio quadro clinico)? Il mio centro mi ha dato l’ok, e nonostante tutto continuo a essere motivata.

Grazie per la Vostra Cortese risposta

Risposta

Il primo caso di FIVET (=Fecondazione In Vitro ed Embrio Transfer, conosciuta altrimenti anche con il nome di PMA, ovvero Procreazione Medicalmente Assistita) in una donna FC è stato dettagliatamente descritto nel 20001, anche se già molto prima vi erano state sporadiche segnalazioni. Si trattava di una donna di 25 anni, nella quale l’infertilità era dovuta alla particolare viscosità del muco cervicale FC, che fa da barriera al passaggio degli spermatozoi.

Dopo alcuni infruttuosi tentativi d’inseminazione uterina (IUT) aveva deciso di ricorrere alla FIVET. Dopo stimolazione ormonale è stata sottoposta in anestesia generale al prelievo degli ovociti: ne sono stati prelevati cinque. In vitro è avvenuta la fertilizzazione di quattro di essi, ne sono stati impiantati in utero due, gli altri sono stati congelati. Il dosaggio ormonale e l’ecografia hanno evidenziato l’avvio di una singola gravidanza. Il decorso di questa gravidanza non è stato semplice perché le condizioni generali della donna non erano brillanti. Per questa ragione è stato deciso che il parto avvenisse alla 35 settimana di gravidanza con taglio cesareo e anestesia per via spinale. Ha dato alla luce un maschio di circa 2 KG e mezzo in buone condizioni di salute.

Dopo questo caso ne sono stati riportati non pochi altri, ma sempre al di fuori d’Italia2,3. In una ricerca2 è stato riportato che il 15% (12 su 80) delle donne FC che in Svezia e Danimarca avevano avuto una gravidanza entro l’anno 2000, l’avevano ottenuta attraverso tecniche di fecondazione assistita (7 con inseminazione intrauterina e 5 con FIVET).

Purtroppo mancano dati italiani pubblicati: probabilmente ogni Centro FC conta fra le sue assistite qualche caso, ma l’esperienza non è stata fatta conoscere attraverso la via della segnalazione su riviste scientifiche. Purtroppo nemmeno il Registro Italiano FC raccoglie questo tipo di informazioni così rilevanti per le donne FC e questa è una grave lacuna.

Non è possibile comunque neanche attraverso i dati stranieri avere un’idea del tasso di successo (= numero di gravidanze a termine ) rispetto ai cicli di FIVET eseguiti perché non è stata ancora raccolta e pubblicata un’ampia casistica di donne FC esaminata sotto questo particolare aspetto (è stata fatto invece per gli uomini FC, si può vedere nella Newsletter di Aprile l’articolo “Risultati delle tecniche di riproduzione assistita negli uomini FC”).

Non sappiamo se la malattia FC della donna possa condizionare in qualche modo l’esito delle varie tappe della FIVET e quindi il tasso di successo finale. Nei casi finora descritti non vengono riportate “particolari” difficoltà2, e questo può essere promettente, anche se bisogna tener presente che si tratta ancora di piccoli numeri.

Quindi non conosciamo se la donna FC ha più rischio di un’altra donna di andare incontro ad un aborto spontaneo dopo che la gravidanza ottenuta con FIVET si è avviata. Se per avere un argomento su cui ragionare potessimo rifarci all’andamento delle gravidanze avviate per via naturale dalle donne FC, sappiamo che in quelle non è segnalato un rischio di aborto spontaneo maggiore di quello delle donne della popolazione generale4. E’ segnalato invece da più parti il rischio di parto prematuro, rischio tanto maggiore quanto meno buone sono le condizioni cliniche della donna FC5. E’ importante quindi affrontare la FIVET in buono stato di salute e in un contesto in cui vi sia una buona collaborazione fra i medici FC e gli specialisti del Centro FIVET.

1) Rodgers H C et all “Successful pregnancy and birth after IVF in a woman with cystic fibrosis” Hum Reprod 2000; 15:2152-53

2) Odegard I “Prevalence and outcome of pregnancies in Norwegian and Swedish women with cystic fibrosis” Acta Obstet Gynecol 2002; 81:693-97

3) Boyd JM “Fertility and pregnancy outcomes in men and women with cystic fibrosis in the United Kingdom” Hum Reprod 2004; 19: 2238-2243

4) Goss C H et all “The effect of pregnancy on survival in women with cystic fibrosis “Chest 2003; 124:1460-68

5) Edenborough FP et all “Women with cystic fibrosis and their potential for reproduction”Thorax 2001; 56: 649 -655

Dr Graziella Borgo


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora