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26 Aprile 2022

A che punto è la ricerca di terapie per la mutazione N1303K

Autore: Barbara
Domanda

Salve, sono la mamma di un ragazzo di 20 anni affetto da fibrosi cistica portatore delle mutazioni N1303K e CFTRdele 2,3. Ho letto un articolo sul Posters/Journal of Cystic Fibrosis 20S2 (2021) S1–S322 di novembre 2021 del caso di una ragazza della stessa età e con le stesse identiche mutazioni di mio figlio, la quale è in cura presso il Pulmonary Medicine, Boston Children’s Hospital, Brigham and Women’s Hospital, Boston, USA e che è stata trattata con CFTR corrector/potentiator combination therapy with tezacaftor/ivacaftor or elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor.
Riporto di seguito il titolo: 645: Clinical response of 2 patients with N1303K mutations to CFTR modulator therapy, Journal of Cystic Fibrosis Vol. 20 SupplementS306–S307 Published in issue: November 2021
Dall’articolo si evince che la ragazza ha avuto un miglioramento della sua condizione. Vorrei sapere se fosse possibile da parte della comunità scientifica approfondire questo caso e sapere se la ragazza sta ancora continuando la cura e avere degli aggiornamenti. questo per riuscire anche a capire se ci saranno delle speranze per le mutazioni/delezioni orfane di cura.

Risposta

Ringraziamo per la domanda che ci consente di fare un po’ di chiarezza sullo stato delle terapie per la mutazione N1303K, la seconda mutazione per frequenza nelle persone con fibrosi cistica in Italia.
Al momento attuale, la N1303K deve essere considerata una mutazione ancora orfana di cura: non rientra infatti nella lista delle mutazioni per le quali la FDA (l’agenzia regolatoria americana) ha approvato la somministrazione del farmaco Kaftrio, sulla base di studi effettuati in vitro su modelli cellulari (non derivati da pazienti). Ciò nonostante, nell’ultimo anno sono stati pubblicati diversi studi che mostrano un effetto, seppur modesto, del Kaftrio su modelli cellulari ex vivo, cioè derivati da paziente (qui, qui e qui gli studi scientifici).
Desideriamo quindi innanzitutto rassicurare chi ci scrive sul fatto che la comunità scientifica ha ben presente la necessità di sviluppare terapie per la mutazione N1303K e anzi sta attivamente lavorando a questo scopo. In base alle conoscenze attuali, tuttavia, è difficile determinare se il livello di correzione della proteina N1303K ottenuto sui modelli ex vivo sia sufficiente a garantire un beneficio clinico alle persone con questa mutazione.

Per quanto riguarda l’articolo menzionato nella domanda, si tratta di un abstract (cioè una sintesi) di un poster presentato all’ultimo congresso nordamericano (qui il link) che riporta l’effetto clinico del trattamento con il Kaftrio su due pazienti con la mutazione N1303K. Cercando online (qui) è possibile trovare anche il preprint di un lavoro, cioè la versione preliminare di un articolo scientifico, che riporta un caso analogo.
Ciò che accomuna gli abstract dei poster e i preprint degli articoli è che entrambi contengono dati che non hanno ancora passato alcun vaglio da parte della comunità scientifica, quel processo chiamato peer review o revisione fra pari che serve a giudicare se un lavoro è stato ben eseguito, ben analizzato e ben riportato. Questo non vuol necessariamente dire che i dati siano inaffidabili, ma che la loro affidabilità non è stata ancora validata. Dovremo quindi aspettare che questi lavori vengano pubblicati prima di poter trarre delle conclusioni sulla reale efficacia del Kaftrio su persone FC con la mutazione N1303K. Il fatto stesso che i lavori non siano stati ancora pubblicati può significare che gli autori stessi ritengono di non avere ancora dati sufficienti per trarre conclusioni valide oppure che lo studio non ha passato il vaglio della revisione fra pari.

A conclusione, vorremmo ulteriormente rassicurare chi ci scrive sul fatto che gli sforzi della comunità scientifica sono rivolti proprio all’identificazione di terapie per le mutazioni che a oggi sono orfane di cura. A questo proposito, rimandiamo a questa pagina del nostro sito che presenta un resoconto del 17esimo Congresso di Scienza di Base della Società Europea di Fibrosi Cistica (ECFS Basic) che si è tenuto a fine marzo in Portogallo.

Dott.ssa Nicoletta Pedemonte, Direzione scientifica FFC Ricerca


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