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11 Ottobre 2023

Alcune informazioni sul batterio Leclercia adecarboxylata e i casi di infezione delle vie respiratorie in bambini con fibrosi cistica

Autore: Fiorella
Argomenti: Batteri
Domanda

Buonasera, volevo maggiori informazioni sul batterio Leclercia adecarboxylata. Mia figlia, 3 anni, l’ha preso e dopo un ricovero di 11gg ieri siamo state dimesse. La sua funzionalità respiratoria però non sembra al top. La sua saturazione è ancora bassa 93/94. Prima aveva 98/99.

Risposta

Leclercia adecarboxylata (LA) è un batterio gram-negativo, della famiglia delle Enterobacteriaceae, ordine Enterobacterales. Tale famiglia comprende specie batteriche più note e clinicamente importanti, come Escherichia coli, Salmonella enterica e Klebsiella pneumoniae.
LA è un batterio ubiquitario, presente nel suolo, acque dolci o salate. Può far parte della popolazione batterica residente dell’intestino di animali e uomo e raramente è stato isolato da campioni clinici umani (qui un approfondimento scientifico).

Nella letteratura non esistono revisioni sistematiche sulla patogenicità di LA, ma solo studi che descrivono casi di infezione. È considerato un patogeno emergente, essendo riportato come causa di infezione più frequentemente che in passato, forse grazie alla più facile e corretta identificazione permessa dai recenti avanzamenti tecnologici. È inoltre un patogeno opportunista, causa di infezioni soprattutto in ospiti immunocompromessi. Spesso le infezioni sono polimicrobiche, cioè LA viene isolato insieme ad altri batteri di significato clinico noto. Infezioni monomicrobiche in ospiti immunocompetenti sono molto rare (come si può leggere qui). Si tratta in genere di infezioni del torrente circolatorio, specialmente nei portatori di catetere venoso centrale, di ferite, di cute e tessuti sottocutanei, urinarie, articolari e, molto raramente, polmonari, a bassa mortalità. Sono anche stati riportati casi di infezioni nosocomiali legate a nutrizione parenterale o ventilazione assistita La maggior parte dei ceppi (cioè dei tipi) batterici isolati mostra un’elevata sensibilità agli antibiotici (leggi qui), ma recentemente sono emerse resistenze ad alcune classi di antibiotici quali cefalosporine e carbapenemi (qui e qui un approfondimento scientifico).

A nostra conoscenza, fino a ora, in letteratura è stato descritto un solo caso di infezione delle vie respiratorie da Leclercia adecarboxylata in un bambino con fibrosi cistica, nell’ambito di uno studio volto a chiarire il ruolo di batteri non comunemente isolati da tali pazienti. Gli autori dello studio (questo) concludono che l’isolamento di tali batteri non si associa a un peggioramento della sintomatologia, né alla riduzione dell’indice di massa corporea e della funzione respiratoria.
Ci teniamo a sottolineare che spetta comunque al medico o altro specialista valutare l’effettivo significato clinico dell’isolamento di questo batterio nel caso di chi ci scrive.

Antonella Mencacci, microbiologa clinica, Università di Perugia


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