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27 Dicembre 2005

Ancora sui test pre-concezionali dello stato di portatore CF

Autore: Laura Leo
Domanda

Io e mio marito abbiamo fatto l’esame per la fibrosi cistica come ricerca pregravidanza. Io sono risultata Negativa, lui è risultato eterozigote per la mutazione n1303k. Questo ci impedirà di avere un figlio sano? Grazie mille per la vostra risposta

Risposta

Abbiamo già risposto altre volte a questo tipo di domanda, ma l’argomento è importante e proponiamo una risposta già data, segnalando in ogni modo che prima di inviare una domanda è possibile vedere se nella rubrica “Domande e risposte” sono contenute risposte su temi simili, semplicemente inserendo una o più parole chiave (in questo caso per esempio “portatore” o “test portatore” ) nel riquadro in alto accanto alla voce “Ricerca nel sito”. Compariranno le risposte o i documenti del sito che contengono quella parola e che si possono leggere cliccando sul loro titolo. In questo caso per esempio sono utili le risposte del 28/07/05 “Quando il partner è sicuramente un portatore sano” e 10/05/05 “Portatore sano ed esami preconcezionali”.

Nelle coppie della popolazione generale un bambino ogni 2.500 nasce affetto da FC. Una persona su 25 circa è un portatore del gene della FC (gene CFTR).

Quando si esegue il test in ambito preconcezionale (= pre-gravidanza) per sapere se si è portatori, viene comunemente usato un test detto di primo livello, che è in genere un test messo in commercio dalle industrie che si occupano di genetica. Il laboratorio che fornisce il risultato del test deve indicare la “sensibilità” del test, vale a dire il numero di mutazioni e quindi la percentuale di portatori che il test è in grado di identificare (variabile da regione a regione). In genere un test di primo livello è in grado di identificare una trentina di mutazioni del gene CFTR (mentre invece le mutazioni complessive sono molte di più), con il risultato di identificare in Italia mediamente circa il 75% dei portatori.

Chi risulta “negativo” a questo test ha una forte diminuzione della probabilità d’essere portatore: passa da una probabilità di uno su 25 che aveva prima del test ad una probabilità di 1 su 100 circa (cioè 4 volte più bassa) dopo un risultato negativo del test. Chi, in base al test, risulta portatore di una certa mutazione del gene CFTR è certamente un portatore (i falsi “positivi” al test sono rarissimi).

La coppia in cui uno è portatore e l’altro è negativo ad un test di primo livello ha un rischio stimato di avere un bambino FC pari a 1 su 400 circa.

Per diminuire la stima di questo rischio, chi è risultato negativo al test di primo livello potrebbe ricorrere ad un’analisi di secondo livello (DGGE, DHPLC, sequenziamento diretto del DNA, ed eventualmente di terzo livello). Se risulta negativo anche a questo, la sua probabilità di essere portatore diminuisce ulteriormente, perché passa da 1 su 100 a 1 su 250 circa.

A quel punto il rischio che quella coppia abbia un bambino affetto da FC si può stimare di 1 su 1000 circa (la probabilità che ciascun concepimento possa esitare in un feto malato), cioè sempre maggiore di quello della popolazione generale (che è di uno su 2500, come detto sopra), ma in ogni modo diminuito rispetto ad uno su 400, come era la stima dopo il test di primo livello eseguito in entrambi i componenti della coppia.

Il rischio che quella coppia abbia un bambino portatore a sua volta del gene CFTR è del 50% (si puo’ vedere la risposta “E’ etico mettere al mondo un figlio portatore sano di FC?” del 15/11/05).

Prima di richiedere un test di secondo livello, bisogna però considerare che può capitare che esso evidenzi delle “varianti” nella sequenza del DNA(1), cioè delle variazioni rispetto alla sequenza normale di cui non si conosce il significato (capaci di dare malattia o assolutamente innocue?). Questo succede in almeno il 10% dei casi in cui si chiede un’analisi di secondo livello(1). E quando questo accade non aiuta certo, anzi complica le decisioni da prendere in vista di una gravidanza, perché non risponde al bisogno di “certezze” per cui era stato chiesto l’approfondimento delle indagini (si può vedere la risposta in data 08/11/05: “Minimizzare il rischio FC in una futura gravidanza”).

Così pure bisogna esaminare i risultati possibili di un eventuale accertamento durante la gravidanza, che non tutti i centri pubblici di diagnosi prenatale ritengono di dover mettere a disposizione delle coppie portatore-non portatore, perché ha un forte rischio di essere di nuovo fonte di problemi invece che di certezze (la cosiddetta “diagnosi prenatale per rischio intermedio” ha il 50% di probabilità di escludere la malattia FC e il 50% di probabilità di fornire un risultato di rischio di FC maggiore di prima, senza che a quel punto si possa fare niente altro).

Quindi, prima di chiedere un test di secondo livello (del resto molto costoso e non fattibile in tutti i laboratori) è fondamentale consultare un genetista per una consulenza genetica, in modo da approfondire la questione.

1) McGinnis MJ et all “Estensive Sequencing of the CFTR gene: lessons learned from the first 157 patient samples” Hum Genet 2005; 28: 1-8 PMID:16189704

Dr Graziella Borgo


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