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29 Gennaio 2015

Attività subacquea: sconsigliata per persone con fibrosi cistica

Autore: Ambra
Domanda

Buongiorno. Sono una paziente di 30 anni, in buone condizioni di salute generale. L’ultimo ricovero risale a due anni fa e da allora non ho avuto riacutizzazioni di sorta. I miei parametri respiratori a gennaio erano i seguenti: FEV1 = 60%, FVC = 90%. Da quando avevo 15 anni pratico immersioni subacquee sia ricreative sia per attività di ricerca scientifica (~400 immersioni totali, le ultime effettuate ad agosto 2015). Per il mio attuale impiego in un’università estera, mi è stato proposto di partecipare a brevi campagne di campionamento subacqueo entro i 15 metri di profondità. Per fare ciò mi è stato richiesto di presentare un certificato medico (dei miei medici curanti) che assicuri la mia “fitness” per l’attività subacquea. Oltre a ciò, secondo le regole del centro, dovrei in ogni caso passare una visita presso un medico sportivo prima di potermi immergere. Preciso infine che il paese in cui lavoro non ha una legislazione definita per l’attività scientifica in immersione. Sono a conoscenza delle linee guida della British Toracic Society del 2003, e vedo che secondo tali linee il parametro limitante nel mio caso sarebbe la FEV1 < 80%. Mi domando quanto, in una malattia quale la FC, questo parametro sia da considerarsi restrittivo, alla luce di condizioni generali ottimali. Inoltre vorrei domandare quali esami consigliate di eseguire nel mio centro di riferimento per valutare la mia “fitness” e quali sono i parametri soglia, se ne esistono, che permetterebbero ai miei medici di emettere il certificato richiestomi dal lavoro. Molte grazie.

Risposta

Su questo argomento abbiamo già espresso delle argomentazioni e dei pareri su questo sito:

Rischiosità della pratica subacquea (domanda del 15.04.12); Attività subacquea in fibrosi cistica (domanda del 04.08.06). Crediamo di non aver elementi da aggiungere oggi: l’attività subacquea per una persona con fibrosi cistica e danno polmonare già evidente (la bassa FEV1) rimane una condizione di rischio, che indurrebbe a sconsigliare tale attività, nonostante l’assenza di esacerbazioni polmonari e lo stato di benessere che la persona può avvertire. Comunque, solo un centro fibrosi cistica può dare valutazioni appropriate sulle condizioni cliniche della persona che desidera praticare quell’attività. Oltre che un’accurata analisi della storia clinica e la verifica che non vi siano complicanze occulte (ad esempio il diabete), sono indispensabili quegli accertamenti che documentino lo stato strutturale (TAC torace) e funzionale dell’apparato broncopolmonare (spirometria ed ossimetria, con prove da sforzo, ergometria e test di broncoirritabilità).

G. M.


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