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28 Maggio 2022

Come funziona il duplice ritrapianto di polmoni

Autore: Silvia
Argomenti: Trapianti
Domanda

Buongiorno, vorrei sapere se è vero che un paziente già sottoposto ad un trapianto bipolmonare può essere inserito nella lista per un secondo trapianto ma non può entrare nella lista d’urgenza nemmeno se si aggrava poiché ha già avuto una “possibilità”? Grazie

Risposta

Secondo i dati pubblicati dal Centro Nazionale Trapianti nel marzo 2022 (qui), il ritrapianto polmonare rappresenta in Italia la condizione che interessava il 4,7% delle persone inserite in lista d’attesa per il trapianto polmonare nel periodo 2002-2019. La stessa fonte riferisce che nello stesso periodo 77/1879 persone (4,1%) sono stati i ritrapiante in Italia.

Un recente articolo scientifico (questo) riporta dei dati interessanti sul ritrapianto di polmoni in fibrosi cistica (FC). La casistica è quella raccolta da un organismo internazionale degli USA (United Network for Organ Sharing) sui trapianti polmonari eseguiti nelle persone con FC dal 2005 al 2020. I ritrapianti di polmone hanno un andamento successivo all’atto chirurgico peggiore di quello registrato dopo il primo trapianto di polmoni: la sopravvivenza mediana dopo 5 anni era infatti del 47,9% nelle 277 persone sottoposte a ritrapianto rispetto al 58,8% registrato nelle 5301 persone sottoposte al primo trapianto bipolmonare. Gli autori di questa ricerca hanno cercato di dare una spiegazione a questa differenza nei risultati di sopravvivenza in questa casistica raccolta durante 15 anni, confrontando i due gruppi di persone. L’andamento peggiore nel dopo-trapianto di coloro che erano stati sottoposti a un ritrapianto si associava a una peggiore condizione clinica al momento dell’inserimento in lista d’attesa e al momento del trapianto, alla presenza di dati indicativi di una peggiore situazione renale, cardiaca e polmonare e di un uso più frequente di un “bridge” con la circolazione extra-corporea al momento del trapianto, rispetto a coloro che erano sottoposti al primo trapianto polmonare. Gli autori concludono che nei candidati al ritrapianto bisognerebbe fare attenzione al momento dell’inserimento in lista d’attesa, tenendo conto che nel tempo è probabile un deterioramento della situazione polmonare, cardiaca e renale, che mette a rischio il ritrapianto.

Il trapianto polmonare in urgenza è regolamentato dal Centro Nazionale Trapianti (qui il protocollo). Il trapianto urgente comporta la precedenza dell’atto chirurgico rispetto alle altre persone in lista d’attesa. L’urgenza è concessa in presenza di una età inferiore ai 50 anni, di ricovero in cure intensive con sostegno invasivo ai polmoni, attraverso l’intubazione tracheale e/o l’uso della circolazione extra-corporea, e solo se la persona è già stata inserita in lista d’attesa. Sono esclusi dall’urgenza quelle persone nelle quali è presente una delle seguenti condizioni cliniche: a) malnutrizione o obesità severe; b) sepsi grave con infezione da germi toti-resistenti; c) insufficienza di più organi; d) shock emorragico; e) danno neurologico evidente, f) una durata del supporto invasivo all’insufficienza respiratoria maggiore di 14 giorni. La condizione di urgenza, dichiarata dal Centro Trapianti, non può durare più di 2 settimane. Come si può vedere il ritrapianto non è una condizione di esclusione dalla procedura di trapianto urgente.

Se facciamo riferimento al recente documento pubblicato dal Centro Nazionale Trapianti, nel periodo 2002-2019 i Centri italiani di trapianto polmonare hanno eseguito 77 ritrapianti dei polmoni: si va da un numero uguale a zero o di 1-4 ritrapianti fino a un numero di 15-20 ritrapianti, che equivale a una percentuale di ritrapianti, rispetto ai primi trapianti, variabile da 0 al 16%. Questo andamento rivela che qualche Centro italiano di trapianti polmonari ha nel tempo scelto di non eseguire ritrapianti in urgenza, seppur questa non sia una decisione del Centro Nazionale Trapianti. Questa decisione ha alla base la considerazione che l’esecuzione del trapianto urgente si accompagna ad una sopravvivenza peggiore rispetto al trapianto polmonare eseguito in elezione e che anche il ritrapianto ha una prognosi peggiore rispetto al primo trapianto. Per quanto riguarda l’andamento del trapianto in urgenza, possiamo fare riferimento a dati italiani relativi alle persone con FC nel periodo 2010-2014 (pubblicati qui): la mortalità entro il primo anno dopo l’intervento chirurgico interessava il 24,6% delle 46 persone con FC sottoposte a trapianto urgente rispetto al 8,9% delle 113 persone sottoposte al trapianto polmonare in elezione.

Dott. Cesare Braggion, Direzione scientifica FFC Ricerca


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