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9 Aprile 2010

Fecondazione assistita per FC: in Italia possibile solo con ricorso al tribunale

Autore: Alessia
Domanda

Io e mio marito siamo portatori sani di FC. Abbiamo gia’ un figlio di tre anni affetto da FC. Volevo sapere se si puo’ ricorrere alla fecondazione assistita per avere la certezza di un figlio sano nell’eventualità di una seconda gravidanza. Grazie.

Risposta

La situazione legislativa è ancora abbastanza confusa: la legge 40/2004, che in Italia regola la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), è stata in questi anni gradualmente rivista, ma non attraverso il ripensamento da parte dei legislatori, bensì a forza di sentenze di tribunali, a cui le coppie si sono rivolte per impugnarla. In seguito alle disposizioni dei tribunali di Cagliari, Firenze, TAR del Lazio, Bologna e, ultimo in ordine di tempo, il tribunale di Salerno ( gennaio 2010), si stanno facendo strada modifiche importanti dei contenuti della legge. Per esempio, è stato accettato che il numero degli embrioni soggetti all’impianto in utero possa essere valutato sulla base di considerazioni di ordine medico e deciso dal medico insieme alla donna. La legge originale limitava a tre il numero di ovociti che potevano essere fertilizzati e obbligava all’impianto simultaneo di tutti e tre i possibili embrioni. E’ stato accettato che gli embrioni diagnosticati affetti da gravi patologie vengano crioconservati in attesa di possibilità di cura (e non impiantati in utero nonostante la patologia). Però c’è ancora il vincolo per cui solo le coppie che non sono fertili possono accedere alla PMA. Perciò le coppie portatrici di tratti genetici sfavorevoli che hanno rischio di avere figli affetti da gravi malattie, ma sono fertili, a tutt’oggi, secondo la legge, non possono accedere alla PMA. Anche se l’ultima sentenza del tribunale di Salerno si è pronunciata specificatamente contro questa (a nostro parere assurda) disposizione. Le coppie che vogliono utilizzare la PMA devono passare attraverso un ricorso al tribunale della propria città e attraverso una battaglia legale. Altrimenti debbono ricorrere a centri esteri.

G. Borgo


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