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25 Ottobre 2021

Il significato delle mutazioni presenti in eterozigosi, cioè solo su uno dei due cromosomi contenenti il gene di interesse

Autore: Elisa
Domanda

Salve, sono la mamma di due gemelli eterozigoti nati pretermine. Sono portatrice sana della mutazione 2789+5G>A. Il mio compagno è risultato essere negativo allo screening genetico. Entrambi i miei figli, a seguito dello screening neonatale, sono risultati positivi alla tripsina e siamo stati indirizzati a prenotare il test del sudore per entrambi. I bimbi hanno due mesi e uno dei due non è ancora mai uscito dalla Terapia Intensiva Neonatale a seguito di un’infezione intestinale (il batterio in causa è il Clostridium). I medici dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù hanno effettuato il test genetico per confermare lo stato di portatore sano della bimba ricoverata, confermando la positività alla mia stessa mutazione ed evidenziando una positività alla mutazione MTHFR. Volevo gentilmente sapere da voi se ci sono correlazioni tra le due mutazioni e se, eventualmente, è possibile che queste due mutazioni in eterozigosi possano trasformarsi in fibrosi cistica pur essendo (mi sembra di aver capito così) due mutazioni distinte che riguardano due cose differenti.
Vi ringrazio anticipatamente.

Risposta

Non c’è nessuna correlazione fra l’attività del gene CFTR e quella del gene MTHFR (Metilen TetraHydroFolato Reduttasi). Il gene CFTR agisce sul trasporto del cloro e dell’acqua dall’interno all’esterno delle cellule, quindi le sue mutazioni alterano questa attività. Il gene MTHFR agisce su una tappa metabolica importante che avviene nel sangue e riguarda l’aminoacido omocisteina: questo aminoacido deve essere trasformato in altro aminoacido essenziale per la costruzione di molte proteine (metionina e via metabolica dell’acido folico), perciò le sue mutazioni (se ne conoscono circa una quarantina) riguardano questa funzione.
Non c’è nessun rischio conosciuto di interazione fra l’attività dei due geni e delle loro mutazioni tale da dare origine alla malattia fibrosi cistica, né in forma completa severa né in forma di sindrome correlata alla fibrosi cistica (CFTRD).
L’unica cosa che hanno in comune le mutazioni dei due geni è il modo con cui vengono trasmesse, detto autosomico recessivo. Ciò significa che se la mutazione è stata ereditata da un solo genitore, nel figlio è presente allo stato eterozigote e il figlio è portatore sano di quella mutazione: non è malato e non ha sintomi. Lo stato di eterozigote si riferisce al fatto che la mutazione è presente solo su uno solo dei due cromosomi su cui il gene è localizzato. Per il gene CFTR si tratta dei cromosomi numero 7, per il gene MTHFR dei cromosomi numero 1.
Nel caso di questa bimba, le mutazioni sono presenti entrambe in eterozigosi: la bimba è portatrice sana, quindi non vi sono sintomi né per quanto riguarda la fibrosi cistica né per quanto riguarda le vie metaboliche controllate dal gene MTHFR.
Se una stessa mutazione fosse ereditata da entrambi i genitori, nel figlio sarebbe presente allo stato omozigote, vale a dire su entrambi i cromosomi interessati. Lo stato omozigote comporta i sintomi della malattia fibrosi cistica nel caso delle mutazioni del gene CFTR e il rischio di sviluppo di trombosi, malattie coronariche, aborti spontanei e difetti nel tubo neurale nel caso delle più frequenti mutazioni del gene MTHFR.
La più frequente delle mutazioni del gene MTHFR è molto diffusa, si stima interessi circa il 45% circa della popolazione generale allo stato eterozigote e allo stato omozigote l’8-15% circa. Qui e qui ulteriori informazioni sul gene MTHFR.

Dott.ssa Luisa Alessio, Direzione scientifica FFC Ricerca – Dott.ssa Graziella Borgo


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