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18 Gennaio 2013

La pleurodesi artificiale, in caso di pneumotorace recidivante, controindica il trapianto polmonare?

Autore: Nicola
Argomenti: Pneumotorace, Trapianti
Domanda

Volevo sapere se aver subito interventi di abrasione pleurica per trattare pneumotoraci recidivanti bilaterali può essere una controindicazione al trapianto polmonare. Ho letto in tale prospettiva che viene sconsigliato ai pazienti di Fibrosi Cistica di sottoporsi al talcaggio ma non mi è chiara la problematica che potrebbe porsi qualora anzichè il talcaggio fosse stata praticata al paziente una toracotomia con annessa abrasione pleurica. Grazie e buon 2013 a tutti!

Risposta

L’intervento di pleurodesi (adesione artificiale dei due foglietti pleurici) è utilizzato, non solo nei pazienti con fibrosi cistica, per la terapia palliativa di pneumotoraci o versamenti pleurici recidivanti. Il principio dell’intervento consiste nel generare una reazione infiammatoria fra i due foglietti pleurici per ottenerne l’adesione e la conseguente eliminazione di raccolte di aria o di liquido. La pleurodesi si può realizzare in vari modi, fra cui l’abrasione, l’instillazione di talco o altri agenti irritanti, o la pleurectomia (eliminazione del foglietto pleurico). L’intervento può essere effettuato per via toracotomica (anestesia generale e incisione aperta della parete toracica) o toracoscopica (sempre in anestesia generale ma attraverso piccoli fori nella parete toracica e l’utilizzo di una telecamera e strumenti sottili), a seconda del caso e della preferenza del chirurgo.

La presenza, nella maggior parte dei casi, di colonizzazioni e/o infezioni polmonari rende significativamente rischioso l’accesso chirurgico al cavo toracico, per cui spesso si tende a preferire terapie meno invasive della pleurodesi. Per evitarla spesso può essere sufficiente il drenaggio semplice del cavo pleurico (tubo toracico posizionato senza intervento), specialmente nei pazienti che hanno già un polmone “end-stage” (e che sono già in lista per un trapianto) nei quali la manipolazione chirurgica del polmone può essere controproducente e le possibilità di recupero funzionale del parenchima polmonare sono particolarmente difficili. L’apposizione del drenaggio nel polmone infiammato dei pazienti con fibrosi cistica già di per sé tende a provocare un effetto di pleurodesi e a favorire la soluzione del problema clinico.

In alternativa, seppure abbastanza raramente, anche nei pazienti con FC la pleurodesi può essere l’unica soluzione per ovviare ad uno dei problemi riportati sopra, soprattutto se tendono a ripetute recidive. In caso di buona riuscita della pleurodesi, il cavo pleurico risulterà obliterato (chiuso definitivamente) e al momento di un eventuale trapianto le difficoltà tecniche possono essere notevolmente aumentate per le tenaci aderenze, che hanno l’effetto di “incollare” il polmone da espiantare alla parete toracica e quindi rendere più laborioso l’espianto. Lo stesso effetto si può osservare anche, più in generale, in tutti i pazienti che sono già stati sottoposti ad un precedente intervento chirurgico (quelli per via toracotomica in misura maggiore rispetto alla toracoscopia). Anche per questo motivo nei pazienti candidati a trapianto si cerca, se possibile, di evitare interventi di pleurodesi di qualsiasi genere.

Però è anche vero che nella maggior parte dei centri un’anamnesi di pleurodesi non rappresenta una controindicazione assoluta al trapianto, pur costituendo un possibile aumentato fattore di rischio, che va discusso chiaramente con il paziente. Ogni caso va comunque valutato e studiato singolarmente.

Alessandro Bertani MD, PhD Assistant Professor of Surgery, University of Pittsburgh Division of Thoracic Surgery and Lung Transplantation IsMeTT - UPMC Italy, Palermo


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