Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . L’immunodepressione indotta farmacologicamente e necessaria nei trapiantati di polmoni

29 Settembre 2020

L’immunodepressione indotta farmacologicamente e necessaria nei trapiantati di polmoni

Autore: Emanuela
Domanda

Buongiorno. Sono al nono mese di gravidanza e al momento del parto avrei intenzione di conservare il sangue del cordone ombelicale. Ho letto che è utile anche per i pazienti affetti da immunodeficienza. Mia sorella è affetta da fibrosi cistica e ha subito il trapianto ai polmoni diventando così immunodepressa. Avrei bisogno di un consiglio medico per capire quanto potrebbe essere utile a mia sorella piuttosto che alla ricerca in genere.

Risposta

Riportiamo di seguito un passaggio del testo informativo “Il trapianto polmonare in fibrosi cistica”, che si trova sul sito della SIFC (Società Italiana Fibrosi Cistica) ed è stato redatto da un gruppo di medici esperti nell’assistenza all’adulto FC che affronta il trapianto polmonare (1). “La terapia dopo il trapianto si basa fondamentalmente sull’assunzione dei farmaci antirigetto che inibiscono il sistema immunitario utilizzando meccanismi diversi. Il sistema immune ha normalmente la funzione di riconoscere tutto ciò che è estraneo al nostro organismo. Riducendone la funzione, questi farmaci diminuiscono sia la risposta nei confronti dell’organo trapiantato (evitando così il rigetto), sia quella diretta contro batteri e virus (esponendo perciò il paziente a un maggior rischio d’infezioni) che verso le cellule tumorali (incrementando il rischio di tumori)”. La difficoltà sta nel trovare il giusto dosaggio di questi farmaci, perché deve rappresentare il punto di equilibrio fra il controllo degli anticorpi antirigetto e la persistenza degli anticorpi contro batteri e virus causa di infezioni.

Comunque, poiché lo stato di immunodepressione è indotto dai farmaci, deve essere mantenuto per la buona riuscita del trapianto e non va corretto con somministrazione di anticorpi da donatore. Perciò non sono utili neanche gli anticorpi contenuti nel sangue del cordone ombelicale derivato dalla gravidanza di un familiare. La somministrazione di anticorpi da donatore è utile nel trattamento delle immunodeficienze cosiddette primarie, che sono malattie in cui per varie cause (genetiche, tumorali) il midollo osseo e gli altri organi responsabili della produzione di cellule immunitarie non sono in grado di produrle.

1) sifc.it/sites/default/files/TRAPIANTO_FIBROSI_CISTICA.pdf, pag 22

G. Borgo


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora