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18 Settembre 2018

È ancora valido il trattamento preventivo con Flucloxacillina fin dalla diagnosi, per ritardare l’infezione da Stafilococco nel bambino con FC?

Autore: Teresa
Domanda

Buongiorno. Vorrei conoscere la vostra opinione in merito alla somministrazione in via preventiva di antibiotici ai bambini, appena ricevuta la diagnosi di fibrosi cistica, e in via continuativa. So che in UK molti centri adottano questo approccio aggressivo, in particolare prescrivendo Flucloxacillina. Che vantaggi ci sarebbero? Poiché il rischio di resistenze è ovviamente palese, mi chiedo quali studi sostengano tale approccio. Grazie molte per il vostro costante supporto.

Risposta

Questa pratica del trattamento preventivo continuativo con flucloxacillina per evitare o ritardare l’infezione da Staphylococcus aureus nei bambini con FC fin dal momento della diagnosi fu avviata presso alcuni centri FC nel Regno Unito negli anni ’80. Uno studio condotto per 2 anni su bambini diagnosticati per screening neonatale nella regione dell’Est Anglia, fece concludere che i bambini trattati con questo antibiotico avevano nel periodo di osservazione un andamento migliore rispetto a quelli non trattati (1). Ma si trattava di pochissimi pazienti: 18 trattati e 20 non trattati. Sulla base di questo modesto studio venne raccomandata questa pratica come probabilmente benefica (2). La ragione di una tale profilassi era la nozione che lo Stafilococco aureo era un precoce colonizzatore del tratto respiratorio nei bambini FC e la sua infezione fosse in grado di determinare danni respiratori precoci. Una chiara conferma di tale assunto non ci risulta sia stata data. Un editoriale del 1999 di S. Elborn, un autorevole esperto nordirlandese di FC, mise in discussione tale prassi, non trovando studi che portassero sicure evidenze di un tale beneficio (3). In realtà quel trattamento fu contestato da più parti e non trovò seguito in altri paesi europei, negli USA e in Canada. Per giunta, si sospettò che tale trattamento favorisse la comparsa precoce di Pseudomonas aeruginosa, oltre che favorire resistenze agli antibiotici. Più recentemente, è stato condotto uno studio comparativo tra Regno Unito e Stati Uniti per testare l’ipotesi su cui si era basato il trattamento preventivo, che cioè esso fosse associato con un rischio diminuito di acquisizione di Staphylococcus senza aumento del rischio di acquisizione di Pseudomonas (4). Sono stati utilizzati i registri pazienti del CF Trust inglese e quelli della CF Foundation americana: bambini seguiti per 4 anni dalla nascita o dal primo ingresso nel registro nel periodo 2000-2009. I bambini inglesi erano stati in gran parte trattati con flucloxacillina, mentre non lo erano stati quelli americani. Lo studio ha permesso di registrare che il rischio della prima acquisizione di Stafilococco era più alto negli americani rispetto agli inglesi, ma nei bambini inglesi vi era un significativo aumento del rischio di acquisizione precoce di Pseudomonas. Nel suo editoriale del 1999 S. Elborn concludeva che è vero che dovremmo tenere i bambini FC liberi il più possibile dall’infezione da St. aureus, ma questo non dovrebbe avvenire a spese di una precoce acquisizione di Ps. aeruginosa, che può peggiorare la prognosi dei malati.

1. Weaver LT, Green MR, Nicholson K,et al. Prognosis in cystic fibrosis treated with continuous flucloxacillin from the neonatal period.Arch Dis Child 1994;70:84
2. McCaffery K, Oliver RE, Franklin M, et al. Systematic review of antistaphy-lococcal antibiotic therapy in cystic fibrosis. Thorax1999;54:000–0.
3. Elborn JS1. Treatment of Staphylococcus aureus in cystic fibrosis. Thorax 1999; 54:377–379
4. Hurley MN1,2, Fogarty A3, McKeever TM3, et al. Early Respiratory Bacterial Detection and Antistaphylococcal Antibiotic Prophylaxis in Young Children with Cystic Fibrosis. Ann Am Thorac Soc. 2018 Jan;15(1):42-48. doi: 10.1513/AnnalsATS.201705-376OC.

G. M.


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