Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Ragioniamo sui casi di fibrosi cistica con livelli di elastasi fecale intermedi o oscillanti

8 Giugno 2020

Ragioniamo sui casi di fibrosi cistica con livelli di elastasi fecale intermedi o oscillanti

Autore: Marco
Domanda

Salve, qualche domanda. Dopo avervi ringraziato per tutto quello che fate per tutti noi. Siete veramente preziosi. Un bimbo che a 4 anni continua ad avere un elastasi ballerina (che va da 50 circa a sopra i 200 come valore) può darsi che possa conservare questo trend negli anni e magari per sempre? C’è una età dove solitamente la funzione del pancreas si perde del tutto o all’opposto dove non si può più perdere? Il bimbo chiaramente prende il Creon, e digerisce bene e cresce bene. C’è un modulatore (nel caso le mutazioni permettano di prenderlo) che più di altri funziona meglio anche sul pancreas oltre che su tutto il resto? Mi spiego: Orkambi, Kalideko, Trikafka, qualcuno di questi mostra risultati migliori di altri sul pancreas? Infine, una curiosità: gli enzimi pancreatici a lunga distanza possono provocare dei danni? E soprattutto: si vive a lungo come tutte le altre persone, anche prendendo enzimi come il Creon e anche avendo una elastasi ballerina? Al di là della fibrosi cistica e del decorso della malattia intendo. Grazie mille e buon lavoro.

Risposta

1. L’elastasi fecale-1 è notoriamente un enzima digestivo prodotto dal pancreas. Esso viene determinato nelle feci per monitorare lo stato generale di funzionalità del pancreas esocrino. Nella fibrosi cistica la maggior parte delle combinazioni di mutazioni del gene CFTR determina precocemente e stabilmente una progressiva e rapida trasformazione del tessuto pancreatico, che determina la scomparsa degli acini che secernono enzimi, sostituiti da tessuto fibroso e minuscole cisti, con perdita completa della funzione secretoria degli enzimi digestivi (il nome della malattia deriva proprio da questo evento, il quadro di “fibrosi cistica del pancreas” osservato fin dall’inizio dagli studi anatomici sulla malattia e ritenuto inizialmente causa di tutte le sue manifestazioni). In queste forme, con genotipo definito severo, in genere il completo esaurimento della funzione pancreatica si ha entro pochi giorni o pochi mesi di vita, in rari casi può compiersi fino a un massimo di 2 anni. Circa il 15% dei soggetti con FC conserva a lungo e talora in modo permanente una sufficiente funzionalità pancreatica: sono soggetti che hanno almeno una mutazione CFTR definita di tipo mild (mite). Questi soggetti, oltre alla sufficienza pancreatica, hanno un decorso complessivamente meno importante della malattia, con un test del sudore patologico ma a livelli di cloro inferiori rispetto alle forme classiche con precoce insufficienza pancreatica. In questi casi l’elastasi fecale può mantenersi a lungo del tutto normale o presentare valori intermedi rispetto a quelli normali (che sono di solito superiori al valore di 500 unità), oppure oscillare nell’ambito tra i valori bassi e quelli intermedi. In questi casi talora può essere anche omessa la somministrazione di enzimi pancreatici quando ripetuti controlli confermano valori intermedi sostenuti di elastasi fecale. Volendo essere rigorosi, la somministrazione degli enzimi e il loro dosaggio vengono decisi sulla base dei risultati di un bilancio dei grassi: si raccolgono tutte le feci di 72 ore, mentre il soggetto assume l’alimentazione abituale, e su queste si determina chimicamente il contenuto di grassi. Un bambino di 4 anni non dovrebbe perdere più di 4 grammi di grassi per giorno se il pancreas funziona sufficientemente. In alcuni di questi casi il pancreas può esaurire la sua funzione tardivamente o non esaurirla mai. È la ragione per cui in questi casi si usa ripetere periodicamente (ogni 1-2 anni) la determinazione dell’elastasi fecale. Aggiungiamo che, per avere un quadro di quanto il pancreas riesca ancora a funzionare, si possono ricavare informazioni utili anche dalla determinazione dei livelli di alcuni enzimi di derivazione pancreatica nel siero, come tripsinogeno, elastasi-1, lipasi e amiilasi pancreatica.

2. Circa l’effetto dei modulatori CFTR sul pancreas esocrino, non abbiamo ad oggi elementi sufficienti per dire che questi possano avere un effetto di recupero della funzione pancreatica. Tuttavia, possiamo ragionevolmente aspettarci che nei casi con un residuo di pancreas funzionante (conservazione di una quota di acini attivi) quella funzione residua possa venire potenziata. Non c’è invece da attendersi efficacia dei modulatori quando il pancreas è totalmente sovvertito in fibrosi.

3. Gli enzimi pancreatici sono in genere ben tollerati anche se somministrati per tutta la vita, sia nelle persone con FC che in altre con patologia pancreatica diversa.

G. M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora