Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Trattamento aerosolico della colonizzazione respiratoria da Burkholderia cenocepacia

19 Giugno 2020

Trattamento aerosolico della colonizzazione respiratoria da Burkholderia cenocepacia

Autore: Carla
Domanda

Buongiorno, ho la FC e sono colonizzata dallo Pseudomonas, proprio per questo ho sempre fatto terapia aerosolica in alternanza mensile tra Cayston e Colfinair (un mese uno, un mese l’altro). Da più di un anno mi è stata trovata la Burkholderia cenocepacia, per questo motivo mi è stato detto di fare in modo continuativo (senza sospensione mensile) il solo Cayston. Ho cercato anche sul sito, vorrei sapere se ci sono effettivi benefici sulla Cepacia dall’utilizzo costante del solo Cayston e se questo utilizzo a lungo andare non faccia perdere l’efficacia di agire sullo Pseudomonas del prodotto stesso, perchè dall’ultimo escreato la carica di Pseudomonas è molto aumentata. Grazie.

Risposta

Il trattamento della colonizzazione broncopolmonare da parte di varie specie di Burkholderia cepacia complex, inclusa la più comune in fibrosi cistica, cioè la Burkholderia cenocepacia, è in genere problematico, perché si tratta di un batterio che mostra relativa resistenza ai comuni antibiotici. Va detto anche che spesso questo batterio colonizza l’albero respiratorio senza mostrare eccessiva aggressività. Tuttavia, il suo isolamento dall’espettorato richiede attenzione e prudenza. È per tale ragione che probabilmente in questo caso è stato prescritto l’aerosol continuativo con Cayston, farmaco costituito dall’antibiotico aztreonam (aztreonam lisina), che nell’antibiogramma risulta spesso attivo su B. cenocepacia. Quanto questo antibiotico riesca a risolvere la colonizzazione del batterio rimane ancora da definire e tuttavia si assume che esso possa limitare in varia misura l’agibilità e la carica del batterio stesso. Talora viene tentata la cosiddetta eradicazione con cicli endovena di antibiotici risultati attivi nell’antibiogramma. Ma di questo occorre discutere con il proprio Centro, perché la decisione richiede molteplicità di considerazioni di natura clinica. Un’ampia e apprezzabile rassegna di queste problematiche si trova in una recente pubblicazione (1).

Merita segnalare che per le infezioni da Burkholderia resistenti agli antibiotici è in sperimentazione un nuovo composto, somministrabile per inalazione, l’oligosaccaride alginato (OligoG) (2), di cui ancora non conosciamo gli esiti.

Circa l’efficacia di aztreonam su Pseudomonas aeruginosa, che si teme venga perduta senza l’alternanza mensile dell’aerosol antibiotico, bisogna dire che non lo sappiamo con certezza. Va detto peraltro che, all’antibiogramma, su Ps. aeruginosa l’aztreonam è abitualmente attivo e che vi sono anche altri antibiotici somministrabili per aerosol. Le variazioni della sua carica batterica nella coltura di escreato non obbligatoriamente esprimono la resistenza o la suscettibilità del batterio all’antibiotico in uso: la carica batterica può variare molto da un esame all’altro indipendentemente dall’impiego di antibiotico.

1) Viola C. Scoffone, Laurent R. Chiarelli, Gabriele Trespidi, et Al. Burkholderia cenocepacia Infections in Cystic Fibrosis Patients: Drug Resistance and Therapeutic Approaches. Front Microbiol. 2017; 8: 1592. 
2) clinicaltrialsregister.eu/ctr-search/trial/2014-002125-35/DE

G. M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora