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28 Marzo 2010

Ureaplasma urealyticum: un batterio che può resistere a trattamenti antibiotici ripetuti

Autore: Ken, Michela
Domanda

Prima domanda. E’ possibile che un batterio come l’ Ureaplasma urealyticum curato con diversi tipi di antibiotici non venga neutralizzato?

Ken

Seconda domanda. Buongiorno,sono quasi 10 anni che ho Ureaplasma ma, vivendo in Germania, i dottori non capivano cosa avessi e mi curavano per funghi. Solo da un anno a questa parte, rientrando in Italia, ho fatto tante volte il tampone, da cui risultava sempre Ureaplasma. Un anno fa mi sono operata di fibroma all’ utero e credevo che dopo l’ operazione sarebbero finiti i miei problemi, e invece no. Ho scoperto che avevo anche questa infezione. Io ho 36 anni e non riesco a restare incinta e ho avuto 4 aborti spontanei quasi subito al primo mese. I dottori che hanno cercato di curarmi sono tanti, mi hanno dato tanti antibiotici come basati sull’esame batteriologico da tampone, ma puntualmente mi ritornava l’ infezione. L’ ultimo antibiotico che l’ospedale mi ha dato è stato lo zitromax (2 compresse in una sola somministrazione il giorno della prima mestruazione, una volta al mese, cura x6 mesi). L’ ultimo dottore diceva infatti che l’ infezione si ripresenta dopo la fine di ogni mestrazione. Ma purtroppo fino ad ora non ho risolto il problema e continuo ad avere bruciore, prurito, perdite maleodoranti, sensazione di urinare, e poi non resto incinta. Ho fatto tutte le analisi possibili e ho solo Ureaplasma. Io sono disperata, aiutatemi voi, ho speso soldi e tempo inutilmente, ma io non voglio vivere più con questo mostro che persiste a rimanere dentro di me, non ce la faccio più. Ho il diritto di guarire? Aspetto una vostra risposta e aiuto, grazie.

Michela

Risposta

Su questo batterio (Ureaplasma urealyticum) si troveranno utili informazioni nella domanda del 09.09.09 (Infezione dell’utero da Ureaplasma urealyticum). Si ricorda che si tratta di un batterio che tende ad infettare gli organi genitali sia di femmine che di maschi. Talora può essere difficilmente eradicabile nonostante ripetuti trattamenti antibiotici. Avviene un po’ come nel caso dello Pseudomonas aeruginosa nella fibrosi cistica: si stabilisce un rapporto di tenace aderenza tra batterio e organo infetto (infezione cronica) che l’antibiotico riesce solo in parte a controllare. Perlomeno residua sempre una piccola quota di unità batteriche pronte a moltiplicarsi e a virulentarsi quando vi siano condizioni anatomiche o funzionali particolari che comportino una ridotta difesa locale. Va detto che abitualmente queste infezioni non sono di per sé gravi ma possono essere molto fastidiose. Si ritiene, ma non c’è una definitiva dimostrazione, che esse possano essere causa di infertilità, particolarmente nella donna. I ripetuti trattamenti antibiotici possono anche favorire resistenze agli stessi, altra causa di persistenza del batterio. Certamente in questi casi conviene ragionare non solo sul risultato di presenza/assenza del batterio con l’esame batteriologico da tampone, ma anche testando in laboratorio la sensibilità del germe a diversi antibiotici e scegliendo quindi quello che sia risultato più attivo all’ultimo esame. Al limite, in casi in cui la sintomatologia sia molto importante, si può ricorrere anche a un tentativo di eradicazione con la somministrazione di un antibiotico, scelto sulla scorta dell’antibiogramma, per via intramuscolare o endovenosa.

 

G.M.


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