Purtroppo non abbiamo novità né per R1066C né per 4382delA, di cui abbiamo parlato in dettaglio nella risposta precedente (1). Dicevamo allora che da scarse informazioni della letteratura scientifica e del database CFTR2.org risulterebbe che 4382delA è mutazione associata (in oltre la metà dei pochi casi conosciuti) a funzionalità pancreatica conservata, com’è nel caso di chi scrive. Questo può far ipotizzare che sia mutazione con funzione residua (FR), cioè che fa produrre una proteina CFTR che conserva una certa quota di funzionamento. FDA negli USA ha approvato l’uso del Kalydeco per le mutazioni FR che siano riconosciute tali in base ai dati clinici (come la sufficienza pancreatica) oppure ai dati
in vitro (dimostrazione del funzionamento della proteina attraverso test di laboratorio). EMA non ha accettato questa approvazione.
Ora, per stabilire se un farmaco funziona su di una mutazione che ufficialmente è “orfana”, cioè priva di una terapia specifica, ci sarebbe un'altra via, quella dei test
ex-vivo, vale a dire il saggio dell’efficacia di un farmaco, in questo caso il Kalydeco su cellule o tessuti prelevati direttamente dal malato. Per esempio, utilizzando organoidi intestinali del malato con una mutazione come 4382delA (che si suppone essere mutazione FR) si potrebbe capire se Kalydeco funziona. Questo test però in Italia ha ancora uno scopo di ricerca e solo in casi eccezionalissimi potrebbe rappresentare la via per ottenere il farmaco. Però quest’aspetto della ricerca è molto attivo e potrebbe orientare (difficile dire entro quanto tempo) a scelte terapeutiche concrete . Il nostro consiglio è di parlarne con i medici del centro cui fa riferimento, eventualmente riportando quanto segnalato in questa e in precedenti risposte.
1) Il problema delle sperimentazioni cliniche su malati FC con mutazioni rare e di effetto ancora incerto: a proposito di R1066c e 4382delA, 02/10/2017