Pensiamo che chi decide di "stare vicino" in senso affettivo ad un malato di FC si assume un ruolo fondamentale per il malato stesso; e decide di mettersi sulle spalle un peso di cui inizialmente può non essere del tutto consapevole, per chiedersi poi, durante il percorso, se le forze siano sufficienti per portarlo. Perchè alcune persone prendano su di sé questo peso, la scienza medica e la stessa psicologia non sanno spiegare: non è sempre possibile razionalizzare le segrete e individuali alchimie dei sentimenti e del sentimento "amore" che unisce una coppia. L'amore non conosce ragioni, così si dice, e certo queste persone innamorate sono persone "un po' speciali", che decidono di fare una cosa molto speciale. E come tali meritano attenzione e considerazione da parte di tutti quelli che curano il malato FC (ci chiediamo se questo avvenga in maniera adeguata nella pratica clinica corrente). Perchè anche queste persone hanno bisogno, tanto o poco, di essere "rifornite " di motivi di speranza, per poter a loro volta "rifornire" il malato.
Quindi, se si sentono incerte e insicure, è giusto che chiedano e trovino aiuto: parlare con lo psicologo/a, con il medico o con altra figura di fiducia presso il centro dove il malato è curato può essere un occasione di "rifornimento". Perchè l'occasione si verifichi, bisogna avere il coraggio di ammettere l'ansia e il timore per il futuro, come è stato fatto in questa domanda, e partire da lì per capire quali vie siano utili per "adattarsi" .
I meccanismi di adattamento possono essere di vario tipo, certamente si raggiungono in maniera diversa secondo come quella persona funziona e come la coppia funziona. Ci sono poche ricerche cliniche in questo campo, per questo segnaliamo alla lettura l'interessante articolo commentato in data 18/05/09 "
Gli effetti della fibrosi cistica sulle coppie: livello di soddisfazione, sentimenti, meccanismi di adattamento".